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Per l’opinione pubblica inglese Lucy Lebty rappresenta il male assoluto, un mostro che non merita empatia o comprensione alcuna, responsabile di infanticidio, il più sinistro e crudele dei crimini. E se l’infermiera dell’ospedale Countess di Chester (nord overst dell’Inghilterra), condannata a 15 ergastoli nel 2023 e poi nel 2024 per la morte di sette neonati avvenuta tra il 2015 e il 2016 fosse vittima di un clamoroso errore giudiziario?
È quanto sostiene un rapporto redatto da un gruppo di esperti convocati dai difensori di Lebty, 14 specialisti provenienti da vari paesi del mondo i quali hanno analizzato le prove mediche che hanno portato al verdetto di condanna, concludendo che «non ci sono elementi che dimostrino l’omicidio dei bambini». Durante il processo l’accusa ha sostenuto che l’infermiera avrebbe iniettato dell’aria nel sangue dei neonati provocando una letale embolia gassosa.
Per dimostrare la tesi è stato utilizzato un articolo del 1989 scritto dal pediatra canadese Shoo Lee che, secondo i pubblici ministeri, dimostrava la correlazione tra le embolie e lo scolorimento della pelle dei neonati come è effettivamente avvenuto ai piccoli deceduti nell’ospedale di Chester. Contattato dagli avvocati di Lebty, il dottor Lee ha smentito in modo categorico l’interpretazione del suo studio: «I pubblici ministeri non hanno compreso la mia ricerca, non c’è infatti una relazione specifica tra i segni sulla pelle dei neonati e le embolie gassose».
Lo scorso anno Lee si era offerto di testimoniare a favore della donna al processo di appello per dire che l’articolo era stato utilizzato in modo improprio ma i giudici non hanno ritenuto rilevante la sua testimonianza affermando che Lebty è stata condannata non solo in base a prove mediche. Una decisione criticata duramente dai difensori i quali hanno chiesto al dottor Lee (oggi in pensione) di coordinare il comitato di 14 esperti che ha esaminato tutte le cartelle mediche citate dall’accusa. Secondo l’avvocato Mark McDonald, le “prove” non mediche sono solo degli indizi: «Il fatto che Lebty fosse di turno quando sono avvenuti i decessi oppure che tenesse dei diari dedicati alle piccole vittime non dimostra un bel nulla, sono elementi circostanziali di minore importanza».
Nel rapporto si sostiene che i decessi sarebbero stati l’effetto di cause naturali o, peggio ancora, degli errori e della negligenza del personale sanitario. Ad esempio un bambino avrebbe perso la vita a causa di complicazioni respiratorie dovute a una malattia polmonare cronica; in un altro caso i dottori non sarebbero stati in grado di rilevare un’infezione batterica facilmente curabile con degli antibiotici, in un altro ancora degli infermieri avrebbero inserito nel cavo orale un tubo di dimensioni sbagliate provocando il soffocamento.
Così il team legale dell’infermiera si è rivolto Criminal Cases Review Commission (CCRC), un ente pubblico indipendente che esamina potenziali errori giudiziari. La CCRC non può decidere se un imputato è innocente o colpevole, ma può rinviare un caso alla Corte d'appello se decide che c'è una possibilità reale che qualcuno sia stato dichiarato colpevole ingiustamente. Martedì la CCRC ha dichiarato di aver accolto la richiesta preliminare degli avvocati e che esaminerà attentamente il caso. Le conclusioni del rapporto coordinato dal dottor Lee saranno completate entro la fine di febbraio, se venissero accolte anche queste bisognerà rifare il processo.