Sono almeno 174 le persone morte negli scontri avvenuti ieri sera
Malang, in
Indonesia, dopo una partita di calcio. La polizia ha sparato gas lacrimogeni per disperdere i tifosi di calcio in rivolta. La maggior parte delle vittime è deceduta per mancanza di ossigeno durante la calca dopo che i tifosi hanno invaso il campo dello stadio
Kanjuruhan mentre i padroni di casa dell'Arema Malang perdevano 3-2 contro il
Persebaya Surabaya, club rivale di
East Java, ha dichiarato il capo della polizia provinciale
Nico Afinta.
Indonesia sotto shock, la polizia accusa i tifosi
La stima delle vittime è stata fatta dal capo della sanità di Malang,
Widjanto Widjoyo, sulla base delle informazioni raccolte dagli ospedali della città. «Creeremo un call center per fornire informazioni alle famiglie che cercano i loro cari», ha dichiarato. Tutte le gare rimanenti sono state sospese per una settimana in seguito all'incidente, mentre l'Associazione calcistica indonesiana (Pssi) ha dichiarato che
Arema non ospiterà altre partite per il resto della stagione e che una commissione indagherà sull'incidente. «Se i tifosi avessero seguito le regole - sottolinea la polizia - questo incidente non sarebbe accaduto». Secondo le norme di sicurezza della
Fifa i personale di sicurezza non può usare gas per il controllo della folla e armi da fuoco negli stadi.
Indonesia sotto shock, parla la federazione calcistica
«
La Federazione calcistica indonesiana - aggiunge la polizia - potrebbe essere stata negligente nel non aver informato la polizia che le procedure di sicurezza durante una partita di calcio non sono le stesse di una manifestazione». Alcuni testimoni hanno raccontato che i tifosi non stavano attaccando i rivali. Piuttosto, stavano dimostrando il loro disappunto verso i giocatori e gli ufficiali di gara mentre lasciavano il campo. Sulla vicenda il presidente
Joko Widodo ha sollecitato un'indagine. «Vorrei esprimere le mie condoglianze per la morte di 129 nostri connazionali nella tragedia calcistica di Kanjuruhan», ha dichiarato in un comunicato.