I membri della cosiddetta «coalizione dei volenterosi» si riuniranno a Parigi per discutere lo schieramento di forze di interposizione in Ucraina, ma non tutti i Paesi sono pronti o disposti a inviare truppe. Fonti governative francesi, citate dal New York Times, hanno confermato le difficoltà a raggiungere un accordo completo. La coalizione, guidata da Francia e Regno Unito, ha già organizzato incontri per sostenere militarmente l'Ucraina, nonostante le crescenti pressioni da parte degli Stati Uniti per una risoluzione del conflitto.

Più di 30 leader, principalmente europei, e rappresentanti dell'Unione Europea sono attesi all'incontro di oggi, ma le difficoltà politiche e la mancanza di chiarezza sugli obiettivi restano evidenti. Tra le discussioni, si parla anche di una «forza di rassicurazione» che potrebbe essere schierata in Ucraina dopo la fine del conflitto, come deterrente contro future aggressioni russe. Tuttavia, questa proposta non è stata accolta con favore da Mosca, che l'ha definita inaccettabile, né dall’amministrazione di Donald Trump, che l'ha criticata come una "messa in scena" semplice e poco realistica.

Un funzionario anonimo della presidenza francese ha dichiarato che, nonostante le difficoltà, gli sforzi per sostenere l'Ucraina sono stati trasparenti e in linea con gli Stati Uniti. Tuttavia, ha ammesso che non tutti i membri della coalizione sono pronti a inviare truppe. La questione rimane quindi aperta e dipenderà dalle politiche interne e dalle tradizioni costituzionali di ciascun Paese coinvolto.

In un incontro separato, il ministro degli Esteri italiano, Antonio Tajani, ha ribadito che ogni compromesso riguardo al coinvolgimento militare in Ucraina dovrà essere deciso con l'assenso dell’Ucraina e il coinvolgimento dell'Unione Europea. Tajani ha anche dichiarato che l'Europa non parteciperà direttamente a una missione militare sul campo. Inoltre, ha sottolineato che fermare il conflitto in Ucraina è una priorità assoluta per la sicurezza europea.

Tajani ha anche fatto riferimento ai negoziati in corso in Arabia Saudita, sotto la guida degli Stati Uniti, come a un segnale positivo. Il governo italiano ha supportato questi negoziati, così come l'intero G7, evidenziando l’importanza di ogni progresso verso il cessate il fuoco, comprese azioni come il rimpatrio dei bambini ucraini e il rispetto delle leggi umanitarie.