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«Se dovesse essere confermata la presenza di materiali in amianto, specialmente nelle coperture e sui capannoni, i danni sarebbero irreversibili». Il giorno dopo l’incredibile incendio sviluppatosi a Pomezia, a sud della Capitale, nello stabilimento di stoccaggio e smaltimento di rifiuti industriali Eco X, è questo il terribile allarme lanciato dall’Osservatorio nazionale amianto (Ona). Si tratta di un’associazione rappresentativa delle vittime da esposizione ad amianto e dei loro familiari, che parla di «disastro ambientale in atto» e annuncia di volersi costituire parte civile contro coloro che saranno individuati come responsabili dell’incidente. L’Ona ha anche costituito un’unità di crisi, con medici, tecnici ed esperti, per supportare qualsiasi richiesta che giungesse dalle popolazioni interessate. Il presidente Ezio Bonanni sostiene che «un impianto di deposito di plastiche e materiali riciclati andati a fuoco possono provocare dei danni ambientali di ampie proporzioni. Se dovesse essere confermata la presenza di materiali in amianto, i danni sarebbero irreversibili, con miliardi di fibre che hanno ormai contaminato il territorio e che semineranno malattie». Ma l’ad della Eco X nega la presenza di amianto: «Tutto falso, il tetto è di cemento Dalla Eco X arriva una prima risposta, data dall’amministratore delegato: «Escludo che nel nostro stabilimento ci fossero rifiuti pericolosi. In quel cassone - l'uomo indica un cumulo di materiali all'interno del cancello non coinvolto dalle fiamme - come si può vedere ci sono cassette della frutta, sedie e niente di pericoloso. Noi ritiriamo i rifiuti dai centri commerciali ed è assolutamente falso che ci sia amianto sul tetto visto che è di cemento». E L’Arpa assicura: «Qualità dell’aria entro i limiti di sicurezza» A rispondere all’allarmismi è anche l’Agenzia regionale per la protezione ambientale: la qualità dell'aria nelle zone potenzialmente coinvolte, specialmente quelle a sud di Roma, è buona, comuna l’Arpa. In nessun rilevamento, viene assicurato da parte dell’Agenzia, «è stato riscontrato un superamento dei limiti di sicurezza». Sono i primi risultati del monitoraggio che ha analizzato con particolare attenzione le concentrazioni misurate presso le stazioni Ciampino, Cinecittà e Fermi, più prossime al sito interessato all'incendio anche in considerazione della direzione dei venti prevalenti nella giornata. Oltre a queste stazioni sono stati considerati anche i dati rilevati dal mezzo mobile, posizionato nel centro abitato di Albano Laziale. Dall'analisi dei dati non emergono superamenti dei limiti imposti per la qualità dell'aria dalla normativa vigente. Sono inoltre stati analizzati i dati di concentrazione media oraria rilevati dalle medesime postazioni di misura. Anche quest'ultimi non hanno evidenziato picchi di concentrazione di ossidi di azoto (NOx), di polveri e di benzene. I dati sono in linea con quelli misurati nelle giornate precedenti a quella dell'incendio e coerenti con quelli misurati normalmente in questo periodo dell'anno. Pomezia città fantasma, le farmacie hanno esaurito le mascherine In attesa che si possa fare chiarezza sulla reale entità dell’impatto ambientale provocato dalla nube levatasi nel cielo di Pomezia, partono le polemiche sui controlli, che un comitato di cittadini avrebbe inutilmente chiesto. È in particolare il comitato di quartiere Cinque Poderi a sostenere che le verifiche che era stato chiesto di effettuare, in particolare al Comando della Polizia municipale, al Noe e alla Asl, non sono mai state eseguite. I cittadini denunciarono nel novembre 2016 la presenza di notevoli quantità di rifiuti nell'azienda, il timore della mancanza di idonee misure di sicurezza e il conseguente rischio di incendi. Ciò non toglie che la sensazione fisica avvertita nella zona interessata dalla “nube” resti sgradevolissima. Un odore acre e nauseabondo avvolge ad ondate Pomezia, oggi apparsa come una città fantasma, con poche persone in giro per le strade perlopiù con i volti coperti da mascherine. Le farmacie della piccola cittadina a sud di Roma sono state assaltate, tutti a chiedere le mascherine con filtro e le scorte ormai sono terminate. «Arriveranno lunedi quando saremo tutti morti intossicati», dice sconsolato un abitante. «Alle cinque di mattina l'odore era intollerabile - racconta il titolare di un bar - a quell'ora ho aperto il locale e l'aria era talmente irrespirabile che ho avuto bruciori di stomaco». E la “nube” si sposta verso i quartieri di Roma Sud Nel pomeriggio la nube si è dunque lentamente spostata verso i quartieri all’estrema periferia sud della Capitale. Secondo alcuni residenti a Pomezia che hanno parenti a Roma, l'odore acre sarebbe stato avvertito nel quartiere Decima. La nuvola oggi ha cambiato forma e colore: ieri nera, oggi grigia e soprattutto molto più bassa.