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In alcuni passaggi del discorso programmatico letto nell’aula della Camera Giorgia Meloni è riuscita, con l’abilità oratoria acquisita nella sua militanza politica e di piazza, a spingere anche la variegata opposizione di sinistra ad unirsi agli applausi del suo centrodestra, levandosi persino in piedi con fratelli d’Italia, forzisti e leghisti.
È accaduto, per esempio, quando la presidente del Consiglio ha ricordato Paolo Borsellino e gli altri magistrati assassinati dalla mafia, ha riconosciuto i meriti del personale sanitario nella lotta al Covid, o ha omaggiato Papa Francesco, anche se in questo caso piddini e un po’ di grillini si sono uniti dopo qualche attimo di esitazione alla più tempestiva Marianna Madia. E se ne sono forse pentiti quando la premier ha ricordato del Papa anche il recente monito a non considerare l’assistenzialismo l’unico o maggiore modo di contrastare la povertà. Attenti quindi a non esagerare col reddito di cittadinanza di conio pentastellato.
L’unico passaggio in cui la Meloni non è proprio riuscita a fare alzare la sinistra, ma solo a strapparle applausi seduti a macchia di leopardo, è stato quello in memoria dei caduti italiani nelle missioni internazionali di pace. Mi chiedo che cosa abbiano fatto i connazionali morti a Nassyria e altrove contro pezzi o tutta intera l’attuale opposizione.