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Il presidente americano Donald Trump sotto impeachment. Lo ha deciso la Camera dei rappresentanti votando a favore della messa in stato di accusa di Trump per abuso di potere (230 voti a favore contro 197 contrari) e per ostruzione al Congresso (229 sì e 198 no).
Ma Trump, il presidente degli Stati Uniti ha usato “l'artiglieria pesante” per difendersi. Lo ha fatto nel suo stile, aggressivo e molto poco istituzionale, martedì infatti ha inviato una missiva di fuoco a Nancy Pelosi, la presidente democratica della Camera. Sei pagine di fuoco nelle quali definisce quello che sta succedendo come un processo paragonabile a quello delle streghe di Salem. «Nessuna persona intelligente crede a quello che stai dicendo» , ha scritto Trump, aggiungendo: «La storia ti giudicherà duramente mentre procedi con questa farsa di impeachment». Invettive selvagge alle quali al momento Pelosi ha risposto con un glaciale «E' davvero malato». In realtà si tratta dell'ennesimo capitolo di una storia costellata da scontri al limite dell'offesa personale. Trump infatti, come riportano uomini a lui vicini, sta riversando sui Dem una dose di risentimento non comune, perchè considerà l'impeachment una macchia indelebile sulla sua eredità politica.
Le accuse sono pesanti, per i i democratici il presidente ha abusato del suo ufficio facendo pressioni sul presidente ucraino affinchè indagasse sui suoi rivali politici in cambio di aiuti alla sicurezza. Al tycoon viene imputato anche di aver ostacolato le indagini del Congresso imponendo ai funzionari chiave di non testimoniare.
La genesi della lettera è stata ricostruita dai media statunitensi, inizialmente doveva essere resa nota lunedì ma il ritardo non ne ha cambiato significato: attaccare Pelosi e dichiarare illegittimo il tentativo di rimuoverlo. I contenuti della missiva, tenuti nascosti nei cassetti dello Studio Ovale, non erano noti a molti funzionari repubblicani tanto che alla Casa Bianca alcuni si sono sorpresi quando hanno visto il documento di sei pagine, che comunque ricalca i tweet presidenziali degli ultimi mesi.
Un'iniziativa poco condivisa, lo testimonia il fatto che il team di consulenza legale ha preso visione della missiva ma non ha partecipato alla stesura, dettata personalmente da Trump. Circostanza che si evince dalla violenza delle parole: «Non sai, né ti importa il grande danno e il male che hai inflitto a membri meravigliosi e affettuosi della mia famiglia. Siete quelli che interferiscono nelle elezioni americane, avete provocato il dolore e la sofferenza nella nostra Repubblica per il vostro egoistico guadagno personale, politico e partigiano».
Ma la lettera è stata anche l'occasione per magnificare i suoi “successi” politici, affermando che i democratici sono disperati e devono distrarre l'opinione pubblica dagli ottimi risultati sullo stato dell'economia e da altri sforzi amministrativi. Poi ha definito il licenziamento del direttore dell'FBI James Comey «una delle migliori decisioni per il nostro paese» e ha lanciato critiche specifiche contro i democratici al Congresso, tra cui Adam Schiff ( commissione intelligence della Camera), Jerry Nadler ( guida della commissione Giustizia) e Rashida Tlaib ( la prima deputata islamica).