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La decisione di abrogare la norma che prevedeva «non una immunità penale ma una immunità limitata alla realizzazione del piano ambientale, e dunque a perimetro e a portata limitata», è un «fatto grave» che aggiunge ulteriore incertezza al futuro di Arcelor Mittal nel nostro paese: quello che si profila ora sarà «nella migliore delle ipotesi il rischio di una drastica riduzione dell’occupazione, nella peggiore il prologo ad un disimpegno a lasciare il nostro paese».
Così Francesca Re David, Marco Bentivogli e Rocco Palombella ( segretari di Fiom, Fim e Uilm) commentano la decisione delle commissioni Industria e Lavoro del Senato di cancellare dal dl “salva imprese” la norma sull’immunità ai vertici di Arcelor Mittal. I sindacati temono che il governo abbia offerdo alla multinazionale dell’acciaio il pretesto per giustificare eventuali tagli occupazionali.
«Non ha nessuna credibilità un’azione politica e aziendale che ad un anno di distanza cambia le carte in tavola e agevola negativamente la congiuntura non favorevole dell’industria italiana», dicono in una nota congiunta i tre sindacati. «Abbiamo da giorni chiesto un incontro con la nuova Ad, Lucia Morselli, e con il governo che siamo a risollecitare. Se non otterremo una conferma di tutti gli impegni presi avvieremo al più presto un percorso di mobilitazione», annunciano Fiom, Fim e Uilm.
Dal canto suo, il ministro per lo Sviluppo economico, Stefano Patuanelli, tra le cui mani scotta il dossier ex Ilva, fa sapere che a breve incontrerà sia i vertici aziendali che quelli sindacali per trovare una nuova quadra. La scelta di togliere lo scudo penale, fortemente voluta dal Movimento 5 Stelle, genera qualche mal di pancia tra le fila del Pd, dove più di un parlamentare sente di aver concesso troppo ai grillini.
«Ci aspettiamo che il ministro Patuanelli assuma il nostro odg» sull’Ilva, dice il senatore dem Alan Ferrari, in cui si chiede «la permanenza dell’attività produttiva del complesso siderurgico dell’ex- Ilva di Taranto» garantendo «i livelli occupazionali diretti e quelli legati all’indotto».
Il tutto in un quadro “green”, ovvero di una «progressiva decarbonizzazione dell’impianto». Ma le opposizioni sfruttano l’occasione per andare all’attacco della maggioranza. «Inaccettabile che il governo metta a rischio 15.000 posti di lavoro legati ad Ilva, diritto alla salute e diritto al lavoro possono e devono marciare insieme. Faremo le barricate per evitare anche un solo licenziamento», dice Matteo Salvini.