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«Sì, probabilmente sì». Così conferma Ilaria Cucchi, rispondendo nel corso del programma "In mezz'ora in più" sui Raitre alla domanda della conduttrice Lucia Annunziata, sull'intenzione di querelare l'ex ministro dell'Interno e leader della Lega Matteo Salvini, per le sue dichiarazioni sulla morte del fratello Stefano a causa della droga. «Al di là di questo - aggiunge Ilaria -, Salvini delle volte mi fa sorridere, è davvero imbarazzante: nel giorno in cui, dopo dieci anni, c'erano state le condanne per omicidio preterintenzionale per la morte di mio fratello, lui vivendo forse in un'altra dimensione, ha minacciato una controquerela, continuando a parlare di droga. Anche a me fa paura la droga, ma mio fratello Stefano non è morto a causa della droga: questo lo abbiamo appurato nel processo anche se era chiaro fin dal principio; ora è ancora più chiaro». Per l'avvocato Fabio Anselmo - che è anche il compagno di Ilaria Cucchi - «è chiaro che si tratta di un'uscita pubblica che ha uno scopo comunicativo ben preciso: distrarre l'opinione pubblica da quello che era il nocciolo della notizia e cioè della vittoria della giustizia e della dimostrazione che aveva ragione la famiglia Cucchi. Semmai - aggiunge il legale - fa specie che il ministro dell'Interno era costituito parte civile nel processo e dunque Salvini deve veramente mettersi d'accordo con se stesso». «Abbiamo ottenuto una importante vittoria, però non è ancora finita: di questo dobbiamo essere consapevoli», ha aggiunto Anselmo. «Il processo non è finito, si è svolto soltanto il primo grado e ho ben memoria di cosa è successo in altre occasioni, con condanne in primo grado e in appello e poi una sentenza della Cassazione, ritenuta eccentrica un po' da tutta la giurisprudenza, con cui sono state annullate tutte le sentenze. Purtroppo, considerando i vari gradi processuali, potremmo dire che la famiglia Cucchi sia stata "condannata" a una sorta di ergastolo giudiziario, nel senso degli anni che ancora ci vorranno da qui alla fine». «Anche io ho paura - confessa Ilaria Cucchi - ma il messaggio che dobbiamo lanciare è un messaggio di speranza: non bisogna mai smettere di credere nella verità e nella giustizia, bisogna sempre battersi fino in fondo per quello in cui crediamo, andando a testa alta, sfidando le istituzioni ma sempre nel rispetto delle stesse istituzioni».