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Avviare un processo per continuare i colloqui sulla fine dei combattimenti in Ucraina, per ripristinare il personale delle rispettive ambasciate ed esplorare una possibile cooperazione economica. Sono questi i tre punti cardine partoriti dall'incontro diplomatico a Ryad, in Arabia Saudita, tra le delegazioni di Russia e Stati Uniti. Grande escluso il presidente ucraino Zelensky che, furioso, ha annunciato il rinvio del viaggio in Arabia Saudita previsto per mercoledì.
Al summit di Ryad il Segretario di Stato Usa, Marco Rubio, il Consigliere per la sicurezza nazionale Mike Waltz e Steve Witkoff, l'uomo che Donald Trump ha scelto per occuparsi di Medio Oriente. Anche i russi hanno inviato i loro massimi rappresentanti per la politica estera, a cominciare dal ministro Sergey Lavrov accompagnato dall’ex ambasciatore negli Usa, il 77enne Yuri Ushakov. Poi i padroni di casa: il ministro saudita degli Esteri, Principe Faisal bin Farhan e il Consigliere per la sicurezza nazionale Musaed al-Aiban, due fedelissimi del principe ereditario Mohammed bin Salman.
Rubio è stato uno dei più caldi sostenitori del vertice perché convinto che la Russia sia «disposta a impegnarsi in un processo serio per porre fine alla guerra». Un'eventualità che velatamente e con linguaggio diplomatico pare aver confermato anche Lavrov, parlando di come Washington e Mosca nomineranno team di alto livello per continuare i negoziati. A detta di tutti i partecipanti si è trattato solo di un primo passo che in realtà ha lo scopo di preparare il terreno a un vertice tra Putin e Trump.
Vero è che il summit di Ryad, seppure interlocutorio, ha dimostrato come gli Stati Uniti vogliano arrivare in fretta a un’intesa. Innanzitutto ristabilire il loro ruolo di player globale, ma nello stesso tempo smarcarsi dalle vicende del Vecchio Continente. Lo stesso vale per la Russia che torna a un tavolo di negoziati dopo l'isolamento dovuto all'invasione dell’Ucraina.
A Ryad, Trump ha anche dimostrato quanto consideri marginali la Ue e la Nato che non sono stati invitati. Anche se a questo proposito Rubio ha negato che l'Europa sia stata messa da parte nel processo. Inoltre, con l'assenza di rappresentanti dell’Alleanza Atlantica, la Russia incassa la quasi garanzia che Kiev non entrerà a far parte della Nato.
Chi viene descritto come a dir poco infastidito dal vertice in Arabia Saudita è il presidente ucraino Volodymyr Zelensky, che si trova in Turchia per colloqui con Erdogan. Anche l'Ucraina infatti pare letteralmente tagliata fuori dai giochi e in questo senso sta tentando di garantirsi il sostegno europeo come dimostra anche l'attivismo di Emmanuel Macron. Zelensky ha già messo le mani avanti insistendo sul fatto che l'Ucraina non cederà nessun territorio: «L'est è nostro, la Crimea è nostra così come tutte le altre città e villaggi che sono importanti per noi». Secondo Kiev dunque negoziati equi per porre fine alla guerra con la Russia potranno essere solo quelli che coinvolgeranno l'Ucraina e l'Europa.