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Navalny
«Non ci sono tribunali, giustizia, non c’è Stato. Oggi abbiamo assistito in diretta al suicidio dello Stato putiniano». Così su Twitter uno dei più stretti collaboratori di Aleksei Navalny, Leonid Volkov, ha commentato il verdetto di condanna a tre anni e cinque mesi di detenzione emesso contro l’oppositore. «Questo regno di bugie sarà sostituito da una nuova Russia», prosegue Volkov, «sarà molto difficile, ma necessario. E ce la possiamo fare, lo abbiamo visto con le manifestazioni del 23 e del 31 gennaio». A stabilire la condanna è stato il tribunale Simonovsky di Mosca, che ha accolto le richieste del Servizio penitenziario russo e della procura generale. In un’udienza tenutasi per l’occasione alla sede del tribunale della città di Mosca, Navalny è stato ritenuto colpevole di aver violato i termini della libertà condizionale, nei cinque mesi che è stato in Germania per curarsi, dopo il suo avvelenamento avvenuto in Siberia, lo scorso agosto. I giudici hanno così accettato di commutare la libertà vigilata in detenzione effettiva. Il giudice che ha emesso il verdetto ha riconosciuto uno «sconto» di un anno, considerando il tempo che Navlany ha già passato agli arresti domiciliari. Nel 2014, infatti, Navalny era stato condannato a tre anni e mezzo con la condizionale nel cosiddetto caso "Yves Rocher" per appropriazione indebita. La procura aveva chiesto di commutare la libertà vigilata in tre anni e sei mesi di carcere, ma il giudice ha tenuto conto dell’anno già trascorso ai domiciliari. L’oppositore dovrà così scontare in carcere due anni e sei mesi. Dopo la sentenza, il gruppo che fa capo ad Aleksei Navalny ha chiesto a tutti i sostenitori dell’oppositore di radunarsi «immediatamente» sulla Piazza del Maneggio, accanto al Cremlino. «Il nostro Paese è precipitato nell’illegalità, dobbiamo opporci», si legge nell’appello diffuso sui social. Intanto, nel centro della capitale erano già stati dispiegate forze di polizia e chiuso l’ingresso alla Piazza Rossa, limitrofa alla piazza del Maneggio. Gli Stati Uniti, La Gran Bretagna e la Germania chiedono a Mosca il rilascio «immediato e incondizionato» del leader dell’opposizione russa, mentre la difesa dell'attivista ha annunciato che farà ricorso al Consiglio d’Europa. «Ci rivolgeremo alla comitato dei ministri del Consiglio d’Europa in relazione alla mancata esecuzione della decisione della Corte europea (nel caso di Yves Rocher)», ha detto all’agenzia di stampa «Interfax» l’avvocato di Navalny Olga Mikhailova. Durante l’udienza lo stesso Navalny alla sbarra si era appellato alla Corte europea diritti dell’uomo per una sentenza, a suo dire, già scritta.