«Papa Francesco è stato il testimone di una Chiesa che si piega con tenerezza su chi soffre. Una Chiesa che cura con il balsamo della misericordia. Ha insegnato che non può esserci pace senza riconoscere l'altro, senza attenzione ai più deboli. E ha ricordato che la pace nasce solo dal perdono reciproco, con la stessa misericordia che Dio usa verso di noi».  

All'indomani dei funerali, nella Basilica di San Pietro si è celebrata la messa in suffragio di Papa Francesco. La celebrazione, presieduta da Parolin, ha visto la presenza speciale dei dipendenti e dei fedeli vaticani. Accanto a loro, migliaia di adolescenti sono arrivati ​​a Roma per il Giubileo.

La partecipazione è stata enorme. Prima dell'inizio della messa, piazza San Pietro, piazza Pio XII e via della Conciliazione hanno raggiunto la capienza massima. La questura di Roma ha disposto la chiusura dei varchi di sicurezza.

Oggi la Chiesa intera si stringe intorno a Papa Francesco. Non solo per piangere la sua scomparsa. Ma per accogliere e portare avanti la sua eredità: l'annuncio di una misericordia che salva, guarisce e rinnova il mondo.

Nella domenica della misericordia, il cardinale Pietro Parolin ha ricordato Papa Francesco durante il secondo Novendiale in Piazza San Pietro. «Ricordiamo con affetto il nostro amato Papa. Lui ci abbraccia dal Cielo», ha detto Parolin, ringraziando dipendenti e fedeli della Città del Vaticano per il loro servizio quotidiano.

«Il Pastore che il Signore ha donato al suo popolo ci ha lasciati», ha proseguito Parolin. «Sentiamo il dolore, la tristezza, lo smarrimento. Come gli apostoli alla morte di Gesù. Ma il Vangelo ci dice che proprio nei momenti più oscuri il Signore viene a noi con la luce della risurrezione».

Un saluto speciale è andato anche ai ragazzi presenti per il Giubileo degli Adolescenti. «Papa Francesco avrebbe voluto incontrarvi, guardarvi negli occhi, passarvi accanto per salutarvi», ha detto Parolin. «La gioia pasquale è viva sui vostri volti, voi che siete venuti da tutto il mondo. Dall'Italia, dall'Europa, dalle Americhe, dall'Africa, dall'Asia, dagli Emirati Arabi. Con voi il mondo intero è qui presente!».

Papa Francesco ha lasciato una lezione chiara: la misericordia è il cuore della fede. «Ci ​​ha insegnato che la misericordia è il nome stesso di Dio», ha ricordato Parolin. «Nessuno può porre limiti all'amore misericordioso di Dio, che vuole rialzarci e renderci nuovi».

Parolin ha invitato tutti a trasformare l'affetto di questi giorni in vita concreta. «Non deve restare emozione del momento. L'eredità di Papa Francesco va accolta e vissuta. Dobbiamo aprirci alla misericordia di Dio e diventare misericordiosi gli uni verso gli altri».

Il Magistero di Papa Francesco si è fondato su questo: annunciare la misericordia del Padre. È stato il filo conduttore della sua intensa attività apostolica. La buona notizia del Vangelo, l'annuncio della salvezza per tutti.

Parolin ha voluto affidare tutti alla Vergine Maria. «Papa Francesco era legatissimo a Lei. Per questo ha scelto di riposare nella Basilica di Santa Maria Maggiore. Chiediamo a Maria di proteggerci, di intercedere per noi, di sostenere il cammino della Chiesa e dell'umanità verso la pace e la fraternità».

Poi, rivolgendosi ancora ai ragazzi, Parolin ha lanciato un messaggio forte. «Oggi affrontiamo grandi sfide: la tecnologia, l'intelligenza artificiale. Non dimenticate di alimentare la vostra vita con la speranza che abbia il volto di Gesù Cristo. Nulla sarà troppo grande con Lui!».

Con Cristo al fianco, ha spiegato, nessuno sarà mai solo. «Nei momenti più difficili, Egli viene a incontrarvi. Vi dà il coraggio di vivere, di condividere i sogni e di vedere nel volto dell'altro un fratello o una sorella da amare. Con Gesù capirete che il vero valore della vita è l'amore che tutto spera e tutto comprende».

Il cardinale Parolin ha anche parlato della necessità di costruire relazioni nuove. «Non più relazioni fondate sull'egoismo o sul calcolo. Ma sull'apertura all'altro, sul perdono delle debolizze e degli errori».

La misericordia, ha spiegato, è l'unica via per guarire il mondo. «Solo la misericordia spegne l'odio, la violenza, la diffidenza. È questo il grande insegnamento di Papa Francesco».

La misericordia, ha aggiunto, «ci riporta al centro della nostra fede. Ci ricorda che il nostro rapporto con Dio e con la Chiesa non va interpretato con criteri umani o mondani». La buona notizia è proprio questa: «Scoprire di essere amati da Dio, che ha compassione e tenerezza per ciascuno di noi, a prescindere dai nostri meriti».

«La nostra vita è intessuta di misericordia», ha proseguito. «Possiamo rialzarci dopo ogni caduta e guardare avanti solo se sappiamo che qualcuno ci ama senza limiti e ci perdona».