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“Paure e gabbie, perché la giustizia non subisca le infiltrazioni della vendetta”, è il titolo del secondo festival della comunicazione dal carcere e sulla pena che si terrà venerdì 25 ottobre allo Spazio Agorà, viale Alemagna, 6 a Milano. Ad organizzarlo è la Conferenza nazionale volontariato giustizia, dove gli operatori che, con i detenuti danno vita a tanti giornali e realtà dell’informazione dal carcere, chiedono invece prima di tutto di assumersi in modo chiaro la responsabilità delle loro azioni, e di restituire alla società qualcosa di quello che le hanno sottratto.
I volontari mettono al primo posto la responsabilità dell’informazione, soprattutto quella legata alla cronaca nera e giudiziaria, che «può avere un peso enorme nell’alimentare la paura, invece che aiutare a capire. Quello che proponiamo è allora un percorso per provare a vedere gli ambiti nei quali la rabbia rispetto ai reati, se non affrontata, dà spazio a una giustizia vendicativa. E finisce per creare nuove gabbie, meno libertà, più odio e una qualità della vita peggiore per tutti».
Gli organizzatori, per spiegare lo spirito del festival, sottolineano che di “verità” costruite per darle in pasto alla gente quando c'è un'emergenza, come la lotta armata negli anni 70, criminalità organizzata, gli attentati ai giudici Falcone e Borsellino, è piena la storia del nostro Paese. «E così – proseguono- cresce l'incultura prodotta dall'emergenza, che porta a chiedere pene “esemplari” e ad “accontentarsi” di un colpevole ad ogni costo». Fanno l’esempio di Fiammetta Borsellino – la quale sarà presente - che , quando ha scoperto l'amara realtà di finti pentiti e processi senza verità, si è invece ribellata a tante menzogne, insegnando a tutti che la mafia si combatte prima di tutto con una cultura nuova, non con dei colpevoli ad ogni costo.
Al festival non mancherà il racconto della nuova riforma dell’ordinamento penitenziario che ha tagliato fuori l’implementazione delle misure alternative. «Gli Stati Generali dell'esecuzione della pena prima – spiegano gli organizzatori del festival -, e poi la Commissione per la riforma dell'Ordinamento penitenziario, presieduta da Glauco Giostra, uno dei massimi esperti in materia, avevano elaborato un progetto che poneva finalmente al centro la rieducazione, intesa come accompagnamento della persona detenuta a un graduale rientro nella società. Tutte soluzioni – concludono amaramente - che sono state bruciato dalla paura della gente e dal grande inganno di chi promette che più carcere porta davvero più sicurezza». Altro tema immancabile è quello relativo alla gabbia dell’ergastolo ostativo e ne parlerà approfonditamente il professore Davide Galliani, tra i curatori del testo di recente pubblicazione “Il diritto alla speranza. L’ergastolo nel diritto penale costituzionale”.
Le testimonianze di esperienze significative di comunicazione dal carcere inizieranno con l’intervento di Juri Aparo e del Gruppo della Trasgressione, una delle realtà più importanti in questo ambito. Porterà un contributo Pietro Buffa, Provveditore dell’amministrazione penitenziaria per la Lombardia. È autore di molti saggi sulla vita detentiva, fra cui “La galera ha i confini del vostro cervello”. Porterà il saluto del comune di Milano, che patrocina l’iniziativa, Lorenzo Lipparini, assessore a partecipazione e cittadinanza attiva Interverrà per un saluto il garante dei diritti delle persone private della libertà personale del comune del Milano Francesco Maisto A coordinare i lavori per l’Ordine dei giornalisti della Lombardia Mario Consani, cronista giudiziario del quotidiano Il Giorno, già consigliere dell’Ordine dei giornalisti della Lombardia. Per i giornali delle carceri le giornaliste Ornella Favero e Carla Chiappini.