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«Una sinergica collaborazione, per nulla scontata» tra magistratura e avvocati «per migliorare l’efficienza della macchina giudiziaria». Descrive così il rapporto tra le due parti il primo presidente della Cassazione Giovanni Mammone, nel corso del suo intervento all’inaugurazione dell’anno giudiziario. «Un’avvocatura libera e priva di condizionamenti – ha evidenziato – rappresenta sul piano istituzionale la naturale e speculare controparte della magistratura, che la Costituzione vuole autonoma e indipendente». Mammone ha ricordato anche la necessità di «regolare l’accesso alla professione e prevedere percorsi di specializzazione: la categoria degli avvocati – ha spiegato – procede con impegno ad attuare la nuova legge professionale». La figura dell’avvocato, ha infatti spiegato, deve confrontarsi con settori di conoscenza giuridica sempre più vasti e specializzati. «Lo sforzo di specializzazione», dunque, rappresenta un adeguamento qualitativo del servizio reso da parte di una categoria che, sotto la guida del Cnf, «procede con impegno all’attuazione innovativa nuova legge professionale». La collaborazione per nulla scontata con la magistratura, ha aggiunto, è stata resa possibile dalla presenza di sedi di confronto operanti a livello istituzionale ed organizzativo e da «un proficuo confronto», soprattutto nei distretti e nei circondari, nella convinzione che la collaborazione aiuti «a superare le divisioni».