PHOTO
Vincenzo Scarantino avrebbe avuto il numero diretto del magistrato Anna Maria Palma. A testimoniarlo giovedì scorso durante il processo sul depistaggio sulla strage di via D'Amelio è l'ispettore di Polizia Luigi Catuogno, rispondendo alle domande del Procuratore aggiunto di Caltanissetta Gabriele Paci. L’ispettore, tra il 1996 e il 1998 si occupò della tutela di Scarantino, che aveva iniziato a collaborare nel giugno 1994, in una località protetta. «Con me si trovava a suo agio perché io capivo il dialetto. Parlava molto poco. Quando parlavamo la moglie andava in un'altra stanza. Mi raccontava che in carcere lo avevano picchiato». Ed ecco che parla della pm che in quegli anni coordinava l'inchiesta sulla strage Borsellino e che oggi è indagata dalla procura di Messina per calunnia aggravata con l'altro pm, Carmelo Petralia. «Lui aveva un numero diretto di un magistrato. Lui parlava della dottoressa Anna Maria Palma - racconta Catuogno - Davanti a me una mattina, non ricordo per quale motivo, ha telefonato più volte ma non ha avuto risposta e quando ha chiuso mi disse in palermitano ' mi pusò' ( mi ha abbandonato ndr)».
Tale deposizione fa il paio con le scorse dichiarazioni di Rosalia Basile, l’ex moglie di Scarantino. «Ho trovato a casa dei foglietti del mio ex marito con i numeri dei cellulari e dell’ufficio dei pm – ha detto a marzo scorso deponendo al processo tuttora in corso -, all’epoca in servizio a Caltanissetta, Nino Di Matteo, Anna Maria Palma, Carmelo Petralia e Gianni Tinebra. A volte si chiudeva in stanza per parlare con loro al telefono». In realtà queste cose le disse fin dal 1995, ma nessuno le ha volute credere. Nessuno in quei processi ( uno e bis) ha detto che Scarantino telefonava ai Pm, tranne, appunto la inascoltata Basile. Ma la novità della scorsa deposizione è la consegna delle pagine dell’agendina dove si leggono i numeri diretti degli uffici degli allora pubblici ministeri e dei numeri di cellulare. Il magistrato Nino Di Matteo, alla notizia della deposizione della ex moglie di Scarantino, ha spiegato che non c’è nessuna novità.
Sempre nella stessa giornata di giovedì, è stato ascoltato il colonnello dei carabinieri Giovanni Arcangioli. Ha riferito che fu fotografato con la borsa in mano che venne poi prelevata da un funzionario di polizia, ma all’interno non c’era alcuna agenda rossa. Ricordiamo che Arcangioli è stato prosciolto dall’accusa di furto dell’agenda rossa, aggravato dalla finalità mafiosa, confermata dalla Corte di Cassazione nel 2009.