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Vlaidimir Putin,presidente della Russia
Il missile intercontinentale RS-28 Sarmat, annunciato come una delle armi più potenti dell'arsenale russo, ha subito un altro fallimento. Il 21 settembre 2023, la Russia ha tentato il quarto test del missile, ma la prova si è conclusa con un’esplosione nel silo di lancio situato al Cosmodromo di Plesetsk, nel nordovest del Paese. Analisti ed esperti, tra cui fonti ucraine e statunitensi come Newsweek, hanno riportato che l’esplosione ha creato un enorme cratere, danneggiando gravemente il sito.
Secondo un post condiviso su X dal profilo @MeNMyRC, che ha diffuso per primo la notizia, il missile "è esploso nel sito di lancio, lasciando un cratere notevole e distruggendo l'area circostante". Le immagini satellitari fornite da Planet Labs hanno confermato il danno, mentre alcune ipotesi indicano che l’esplosione sarebbe avvenuta durante le operazioni di rifornimento, piuttosto che durante il lancio vero e proprio. La mancata presenza degli aerei 'Cobra Ball' della NATO, che normalmente monitorano i lanci missilistici, sembra confermare un lancio abortito.
Il programma del missile Sarmat era stato lanciato con grande clamore nell'aprile del 2022, con il primo test effettuato sempre a Plesetsk. In quell’occasione, il presidente russo Vladimir Putin aveva dichiarato che l’arma avrebbe obbligato "tutti coloro che minacciano la Russia a pensarci due volte". Tuttavia, da allora, il programma ha incontrato numerosi ostacoli.
Un anno fa, il ministero della Difesa russo aveva annunciato che il missile sarebbe stato presto utilizzato nel conflitto in Ucraina. I Sarmat, prodotti dalla società Krasmash (una sussidiaria dell'agenzia spaziale statale Roscosmos), dovrebbero sostituire i vecchi R-36M2 Voyevoda in servizio dal 1988. Il sistema, progettato per trasportare 10 o più testate nucleari, si basa su silos e avrebbe dovuto rappresentare il futuro della deterrenza nucleare russa.
Putin, nell’autunno 2023, aveva affermato che tutti i test erano stati completati e che mancavano solo alcune procedure burocratiche per il dispiegamento operativo del missile. Tuttavia, il recente fallimento sembra indicare una situazione molto diversa, con gravi ritardi che mettono in dubbio la funzionalità del programma.