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Il procuratore generale della Corte di Giustizia francese, Francois Molins, ha annunciato che sarà aperta un’inchiesta nei confronti del ministro della Giustizia, Éric Dupond- Moretti, per «conflitto d’interessi» nello svolgimento della sua attività di avvocato, prima di entrare al governo.
Il fascicolo verrà affidato alla Corte di Giustizia della Repubblica, organo competente per effettuare indagini sull’operato dei ministri. A denunciare il guardasigilli è stata l’associazione di consumatori anti- corruzione francese, Anticor, insieme a tre sindacati di magistrati.
Fin dalla sua nomina in luglio, i sindacati hanno accolto l’arrivo di Dupond- Moretti come una vera e propria «dichiarazione di guerra». E la tensione era esplosa in autunno seguito al cosiddetto “affare delle intercettazioni”: l’inchiesta amministrativa aperta contro tre componenti del Parquet national financier ( Il Pnf, l’Ufficio della Procura che indaga sui casi di frode e corruzione), annunciata il 18 settembre dal ministro in persona. Autore di un «attacco senza precedenti alla categoria», secondo i magistrati, il guardasigilli sarebbe venuto meno al suo dovere di imparzialità esponendosi apertamente in una vicenda «in cui conflitti di interesse sono evidenti».
La faccenda risale al 2014: il Pnf aveva avviato in quell’anno un’indagine preliminare finalizzata a scovare una “talpa” nel team di Nicolas Sarkozy che avrebbe informato l’ex presidente di essere intercettato nell’ambito di un fascicolo per corruzione. Sotto inchiesta erano finite per per più di sei anni le telefonate di decine di legali con i propri assistiti, tra cui proprio Eric Dupond- Moretti. Il quale, accusato dai magistrati - in un editoriale al vetriolo apparso su Le Monde - di aver «perso ogni credibilità», aveva chiarito: «Difendo la magistratura ogni volta che la si accusa di lassismo, ma in questo caso ci sono troppe cose sulle quali è necessario fare chiarezza».