Secondo quanto riportato da Haaretz, il generale maggiore Eran Niv, incaricato di guidare l'inchiesta sull'attacco di Hamas a Nir Oz il 7 ottobre 2023, ha rivelato alcuni dettagli devastanti sul fallimento delle operazioni di difesa durante quella tragica giornata. Durante la presentazione dei risultati, Niv ha mostrato una mappa delle abitazioni del kibbutz colpite nell’attacco, sottolineando che tutte le case, tranne sei, furono danneggiate o distrutte. Questi dettagli, sebbene drammatici, non sono che la punta dell’iceberg di un fallimento militare che ha avuto conseguenze devastanti.

In quel periodo, Niv ricopriva il ruolo di capo della Direzione C4I e Difesa Cibernetica dello Stato Maggiore, ma non era direttamente coinvolto nella protezione delle comunità vicino al confine con Gaza. Nonostante ciò, si sentì talmente a disagio con la sua posizione da dimettersi dal servizio attivo poco prima dell’attacco. Fu allora che gli venne affidato l’incarico di indagare sul massacro che si era consumato nel kibbutz. Un massacro che, secondo quanto emerge dall'inchiesta, non sarebbe avvenuto se l'esercito fosse intervenuto in tempo.

Nir Oz non ricevette alcun supporto militare tempestivo, nonostante la vicinanza dell’avamposto di Nirim della Brigata Golani, situato a soli tre chilometri di distanza. L’inchiesta ha rivelato che l’avamposto fu colpito da un attacco simultaneo da parte di membri di Hamas, che distrussero rapidamente la capacità di difesa. I pochi soldati rimasti nell'avamposto furono uccisi o feriti, e l'assalto distrusse la catena di comando e il coordinamento tra le forze militari. Di conseguenza, Nir Oz rimase senza alcun tipo di supporto militare durante le ore cruciali dell'attacco.

Ciò ha avuto conseguenze devastanti per la comunità. Circa un quarto dei residenti di Nir Oz furono uccisi o presi ostaggio, e oggi, 14 persone sono ancora prigionieri di Hamas, ma solo cinque sono vive. Durante l’attacco, la resistenza organizzata dei membri della squadra di sicurezza e dei residenti, che tentavano di respingere l’aggressione, non fu sufficiente a fermare l’avanzata di Hamas. Dopo la morte di tre membri della squadra di sicurezza e il ferimento e la cattura di altri, i membri di Hamas furono liberi di agire indisturbati all'interno del kibbutz.

Un altro punto critico emerso dall'inchiesta è stato il ritardo nell’invio di truppe per assistere Nir Oz. Secondo la ricostruzione, le forze militari si resero conto della gravità della situazione solo ore dopo l’inizio dell’attacco, quando i membri di Hamas avevano già preso il controllo completo del kibbutz. Niv ha dichiarato che, nonostante altre comunità abbiano affrontato situazioni difficili, nessuna ha subito una combinazione di circostanze altrettanto mortale, con l'assoluta assenza di supporto militare.

L'inchiesta ha inoltre sottolineato un altro aspetto significativo: la difficoltà nel coordinare le operazioni in una situazione di caos totale. La distruzione della catena di comando e la mancata comunicazione tra il Comando Meridionale e lo Stato Maggiore hanno impedito di ottenere un quadro chiaro degli eventi. L’incapacità di agire tempestivamente ha esacerbato la tragedia, portando a un numero di vittime ancora più alto.

L'inchiesta rivela, per la prima volta, un fallimento inaccettabile nel coordinamento e nella capacità di risposta alle minacce. Il caso di Nir Oz, secondo Niv, rappresenta una delle peggiori mancanze di protezione da parte delle forze armate israeliane, un incidente che solleva seri interrogativi sulle preparazioni e sul funzionamento dell’esercito di fronte a scenari estremi come quello messo in atto da Hamas.

Inoltre, la situazione descritta è ancora più paradossale considerando che, appena dieci giorni prima del massacro, Niv aveva partecipato a un’intervista con Haaretz in cui, riflettendo sulle potenziali minacce, aveva sottolineato la preparazione dell’esercito per eventi estremi, come quelli definiti "cigno nero". Tuttavia, ciò che accadde il 7 ottobre, con l’attacco di Hamas, dimostrò che l’esercito non era in alcun modo preparato per un simile scenario, lasciando scoperte le falle in una strategia che si pensava solida.