Il giudice Juan Merchan di Manhattan ha deciso di rinviare la sentenza contro Donald Trump al 26 novembre, accogliendo la richiesta dei legali dell'ex presidente. La decisione evita che il verdetto influisca sulle elezioni presidenziali statunitensi del 2024, fissate per il 5 novembre.

La sentenza, originariamente prevista per il 18 di questo mese, riguarda il caso legato ai pagamenti effettuati a Stormy Daniels, la pornostar che afferma di aver avuto una relazione con Trump. I pagamenti, secondo l'accusa, sono stati utilizzati per comprare il silenzio di Daniels in vista delle elezioni del 2016. Nel maggio scorso, Trump è stato riconosciuto colpevole di 34 capi d'accusa relativi alla copertura dei pagamenti.

Il giudice Merchan ha motivato il rinvio, affermando che «la decisione è stata presa per evitare che possa sembrare – per quanto ingiustificato – che il procedimento giudiziario stia cercando di influenzare le elezioni. La Corte è un'istituzione apolitica, imparziale e giusta».

Inoltre, il giudice prenderà una decisione anche sull'istanza di annullamento della sentenza, presentata dai legali di Trump, il 12 novembre. Questa richiesta si basa sulla valutazione che la Corte Suprema potrebbe pronunciarsi sull'immunità presidenziale, con possibili conseguenze sul processo.

Donald Trump, dal canto suo, ha commentato duramente il rinvio, definendo il processo una «caccia alle streghe» orchestrata da Kamala Harris e dalla «sinistra radicale». Secondo l'ex presidente, la decisione del giudice riflette la mancanza di fondamento legale nel caso. «Tutti hanno capito che non c'era alcun caso, che non ho fatto nulla di sbagliato. È un attacco politico per interferire nelle elezioni», ha dichiarato Trump.

Trump ha inoltre aggiunto: «Niente di simile è mai accaduto negli Stati Uniti d'America. Questa è roba da terzo mondo». L'ex presidente ha concluso affermando che il caso dovrebbe essere chiuso, mentre il Paese si prepara alle «elezioni più importanti della storia americana».