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«Un discorso augurale, quello del presidente della Repubblica, capace di cogliere gli elementi di positività nella realtà del nostro Paese e le ragioni per stare uniti al di là delle contrapposizioni politiche e per guardare con ottimismo, nonostante tutto, al domani. È quanto dovrebbe saper fare la politica, in Italia troppo spesso avvelenata dallo scontro fra fazioni e dal linguaggio dell’odio e del disfattismo».
Inizia così la dichiarazione di Silvio Berlusconi, il quale ha detto di aver «apprezzato il riferimento del capo dello Stato alla famiglia e alla sua funzione essenziale in questa società frammentata e il riferimento alle Forze armate, alle donne e agli uomini in divisa che, a rischio della vita, ogni giorno tutelano la nostra sicurezza, la nostra dignità e la nostra libertà».
Giorgia Meloni ha detto di aver gradito il «forte richiamo all’identità italiana, centralità della famiglia, crescita dell’Italia da nord a sud, orgoglio per i tanti esempi positivi che ci vengono dai nostri concittadini».
Un bel discorso da Ponzio Pilato. Così è stato accolto in casa Lega il messaggio di fine anno di Sergio Mattarella. Unico leader politico a non applaudire al discorso del capo dello Stato, Matteo Salvini, nel suo commento fatto trapelare alla stampa e nella diretta Facebook successiva, non ha mai nominato il presidente della Repubblica.
«Magari» le mie «sono parole scomode», magari a Capodanno «bisogna fare discorsi più melliflui, più incolori, più indolori, più insapori - ha però lamentato - ma o facciamo in fretta o questo Paese di spegne, o facciamo in fretta ad aiutare le famiglie a costruirsi un futuro e i giovani ad avere un lavoro stabile o fra 30 anni il discorso di Capodanno lo farà qualcuno che vive in un Paese desertificato».
Nessuna citazione diretta all’inquilino del Colle ma il riferimento è evidente..
Nella fase critica della caduta del governo M5s-Lega e della formazione del Conte II con nuova maggioranza senza il Carroccio, tra fine agosto e settembre, il capo di via Bellerio è arrivato a criticare anche aspramente la scelta del Quirinale di tentare la formazione di un nuovo esecutivo e di non mandare il Paese al voto.