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La crociata contro i diritti civili annunciata dalla Corte Suprema Usa si incaglia dentro lo stesso Palazzo, tra i banchi del Congresso statunitense. Con 267 sì e 157 voti contrari, oggi la Camera dei rappresentanti ha approvato un disegno di legge per riconoscere a livello federale il diritto ai matrimoni tra persone dello stesso sesso, dopo che 47 esponenti del Partito repubblicano hanno sostenuto la proposta avanzata dai dem. Ora il testo dovrà superare l’esame del Senato, dove il risultato è assai meno scontato. La proposta, denominata “Respect for Marriage Act”, codifica in legge le tutele a livello federale stabilite per le coppie omosessuali nel 2015, quando la Corte suprema sancì il diritto ai matrimoni tra persone dello stesso sesso sulla base del 14mo Emendamento con la storica sentenza Obergefell vs. Hodges. Che stabiliva l’incostituzionalità del “Defense of Marriage Act”, la legge del 1996 che definì il matrimonio come l’unione tra un uomo e una donna. «Possiamo dire di aver fatto un importante passo in avanti sul fronte della tutela delle famiglie e dei bambini che finora hanno visto minacciati i diritti e i privilegi sanciti dalla garanzia costituzionale dell’uguaglianza tra matrimoni», ha commentato il dem Jerrold Nadler, presidente della commissione Giustizia. Le misure approvate rappresentano infatti uno scudo, una risposta del Parlamento ai giudici della Corte che hanno appena abolito il diritto all’aborto volontario sancito dalla sentenza Roe v. Wade del 1973. E che hanno annunciato, subito dopo, la possibilità di rimettere in discussione altri diritti consolidati. Almeno secondo la visione del giudice conservatore Clarence Thomas, per il quale bisogna «riformare tutta la giurisprudenza sui diritti, dobbiamo correggere gli errori». L’intera partita ora è nelle mani del Senato, che dovrà decidere anche sulla legge pro aborto approvata a metà luglio alla Camera. Con i dem sono pronti a dare battaglia sulla scia di proteste dei movimenti pro choice: in prima fila Alexandria Ocasio-Cortez, arrestata e poi rilasciata ieri insieme a diciassette parlamentari americani dopo una manifestazione a Washington. «Spero che i membri della Squad vengano messe in celle accanto ai detenuti del 6 gennaio», è il messaggio che la repubblicana Lauren Boeber rivolge su Twitter ad Ocasio e agli altri cinque dem che con lei compongono il gruppo. Come a volerli appaiare, non così sottilmente, agli insurrezionisti di Capitol Hill.