PHOTO
Si fa sempre più delicata la situazione attorno all'ufficio del Primo Ministro israeliano, dove Tzahi Braverman, capo di stato maggiore, è al centro di un’indagine su presunte attività di estorsione ai danni di un alto funzionario militare. Bravermanè stato indicato come il funzionario sospettato di aver ricattato un ufficiale dell’Idf per alterare i verbali delle riunioni del gabinetto di guerra minacciandolo di rendere pubblico un video compromettente.
Il nome di Braverman è stato riportato per primo dall’emittente pubblica Kan, che ha anche affermato che il video in questione era stato registrato dalle telecamere di sicurezza nell’ufficio del Primo Ministro e che altri dipendenti lo avevano visto. In una dichiarazione, Braverman ha respinto ogni sospetto definendo le notizie «false» e «diffamatorie» e affermando di non aver raccolto alcun video del genere né di aver tentato di utilizzarlo per ricattare nessuno. «Questa è una bugia bella e buona il cui scopo è danneggiare me e l'ufficio del Primo Ministro nel mezzo di una guerra», riporta il Times of Israel.
L’indagine interna è in corso, e l'ufficio del Primo Ministro ha dichiarato che prenderà provvedimenti qualora emergessero prove concrete contro il proprio capo di stato maggiore. La vicenda rischia di gettare ulteriore discredito sulle istituzioni governative e potrebbe avere ripercussioni politiche.
Analisti locali sottolineano come, se confermata, questa vicenda potrebbe riflettere un problema più ampio di trasparenza e integrità all'interno dei vertici governativi e militari in un momento già critico per il Paese.