PHOTO
Il capo della Polizia di Stato Lamberto Giannini
Ciò che è accaduto domenica scorsa è molto grave, ma grazie all'attività di prevenzione e intervento «siamo riusciti a impedire un contatto diretto tra i due gruppi di tifosi di dimensioni più ampie, e a evitare conseguenze ben peggiori», dice al "Corriere della Sera" il capo della polizia Lamberto Giannini - un'intera carriera trascorsa tra Digos, gestione della piazza e prevenzione - a proposito degli scontri in autostrada fra ultras del Napoli e della Roma. Non è un modo per minimizzare la portata degli scontri in autostrada: «Niente affatto, anzi. Ferme restando le prerogative dell'autorità giudiziaria credo che ai responsabili, da individuare attraverso indagini che devono essere e saranno condotte con celerità e professionalità, si possano addebitare reati gravi soprattutto per lo scenario In cui si sono verificati, che hanno messo a repentaglio l'incolumità pubblica e la sicurezza dei trasporti. Bisogna però considerare anche quello che non è accaduto grazie all'attività informativa e di prevenzione».
«Ritengo - continua Giannini - che la chiusura da parte delle forze di polizia della stazione di servizio dove gli ultras napoletani erano in attesa di quelli della Roma abbia impedito scontri ancora più consistenti. E in tante altre occasioni, siamo riusciti a evitare disordini. Di queste attività, come è giusto, non si è parlato perché non è successo niente. Ma, solo per dare un'idea dell'impegno profuso in questo settore, segnalo che nella giornata di domenica 8 gennaio, abbiamo impiegato, solo dei reparti inquadrati, quasi 2.700 unità, inviando rinforzi per la gestione di 34 incontri di calcio di varie categorie. Questo avviene tutto l'anno». Tutti hanno visto, però, le immagini del poliziotto che, quasi rassegnato, assisteva alla rissa a colpi di cinghie e bastoni a pochi metri: «Si tratta di un frammento che andrebbe contestualizzato, tuttavia emerge che pure in quel frangente di grande concitazione e pericolosità la polizia è riuscita a documentare quanto stava accadendo, ha fatto giungere ulteriori rinforzi consentendo di evitare danni peggiori. E' stata una situazione complessa, la rivalità tra le due componenti violente delle tifoserie è nota, ma non avevamo conoscenza dettagliata di cosa e dove sarebbe accaduto».
«Tuttavia - aggiunge il prefetto - il rischio non era stato trascurato e siamo riusciti ad intervenire scongiurando esiti che avrebbero potuto essere tragici. Ora comincia la seconda fase, ugualmente importante e decisiva, dell'attribuzione delle responsabilità, e confido in risultati importanti». Non sono necessarie altre misure per contrastare il fenomeno del tifo violento: «Il legislatore farà le sue scelte, ma credo che già ora ci siano strumenti sufficienti per arrivare a sanzioni importanti, sia sul piano penale che amministrativo. E questo servirà a fermare e sanzionare adeguatamente soggetti coinvolti in questo episodio e che magari già in passato sono stati protagonisti di casi analoghi». Intanto però i primi arrestati sono già liberi, e per i funzionari di polizia è un fatto grave», ha concluso Giannini.