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E' l'orma di un bambino di 2, massimo 3 anni, vissuto 700mila anni fa che giocava e saltava in una zona vulcanica. La traccia è stata individuata e portata alla luce un gruppo di ricercatori dell'Universita La Sapienza di Roma impegnato in un sito archeologico in Etiopia. Il ritrovamento eccezionale ha pochissimi precedenti: i siti con impronte umane più antichi di 300mila sono infatti pochissimi. Si tratta di un livello improntato, perfettamente datato, perché direttamente coperto da un tufo vulcanico di 700mila anni fa, di Gombore II-2, un sito di Melka Kunture, una località dell'alto bacino del fiume Awash, a 2mila metri di altezza. Qui da anni si svolgono le campagne di ricerca di uno dei Grandi scavi di ateneo, finanziato da Sapienza e dal Ministero Affari Esteri. Lo studio è stato riportato sulla rivista Scientific Reports. La zona scavata corrisponde ad un'area intensamente frequentata, ai margini di una piccola pozza d'acqua in cui probabilmente si abbeveravano, oltre agli ominidi, anche animali prossimi agli attuali gnu e gazzelle, nonché uccellini, equidi e suidi; anche gli ippopotami hanno lasciato tracce dei loro passaggi. Le impronte delle varie specie si intersecano tra di loro, e si sovrappongono a tratti a quelle degli esseri umani, individui in parte adulti e in parte di 1, 2 e 3 anni. E secondo i ricercatori uno di questi bambini era in piedi e si dondolava: la sua è infatti l'impronta di un piede che calpesta ripetutamente il suolo, rimanendo appoggiato sui talloni. Ha quindi lasciato impressa una serie di piccole dita (più di cinque) in parte sovrapposte dalla ripetizione del movimento.