«Nel nostro Paese manca una “educazione” all’arte», afferma l’avvocato milanese Giuseppe Iannaccone che ha prestato parte della sua collezione per la mostra di arte moderna, "Da Cindy Sherman a Francesco Vezzoli. 80 artisti contemporanei", che si inaugura questa mattina al Palazzo Reale.

Le circa 140 opere esposte, come si legge nelle presentazione della mostra, permetteranno al visitatore di esplorare "attraverso gli occhi degli artisti che hanno sempre dimostrato di saper vedere oltre, i cambiamenti sociali e culturali che plasmano il nostro presente". Nella maggior parte dei casi si tratta di opere di artisti, provenienti da tutto il mondo, che non è facile vedere in Italia.

L’avvocato Iannaccone, molto noto fra i penalisti del diritto d’impresa, ha raccolto oltre 400 opere che ha esposto nelle più importanti mostre a livello internazionale.
Come da egli stesso raccontato, Iannaccone dedica i fine settimana allo studio dei cataloghi e alla ricerca di nuovi artisti in giro per il mondo. In questa ricerca è molto aiutato dai social che offrono ai giovani artisti una vetrina per mettere in evidenza le proprie opere.
«Sono spinto dalla curiosità e soprattuto dalla voglia di arrivare prima degli altri», aggiunge Iannaccone.
La ricerca punta essenzialmente all'uomo con tutte le sue problematiche.
E quindi al rapporto con il corpo, l’identità in continua evoluzione, il multiculturalismo e le complesse interazioni tra Oriente e Occidente, la povertà, il disagio esistenziale, il fenomeno delle migrazioni.
Per Iannaccone, che in questi anni ha lanciato tantissimi artisti, l’arte contemporanea è però da sempre non solo penalizzata in Italia ma anche poco valorizzata.
«Ed invece ho notato che i cittadini sono letteralmente assetati dall’arte contemporanea che è meravigliosa», replica Iannaccone.
«E' più facile - sottolinea con un velo di ironia - organizzare una mostra su Caravaggio che una sull'arte moderna».
La mostra, in calendario fino al prossimo 5 maggio, è curata da Daniele Fenaroli con la consulenza di Vincenzo de Bellis.