PHOTO
Il governo israeliano parla senza mezzi termini di «caccia all’ebreo», la sindaca di Amsterdam Femke Halsema, di «esplosione di antisemitismo», il leader populista Gert Wilders addirittura di «tentativo di pogrom». Di sicuro quella di Amsterdam è stata una folle notte di violenze e gli assalti ai tifosi del Maccabi avvenuti ai margini della partita di Europa League con l'Ajax non hanno nulla a che vedere con il mondo del calcio. Non è stata un battaglia tra
ultras ma un attacco “politico” organizzato da gruppi pro-Palestina contro i tifosi venuti in Olanda da Israele.Il bilancio è pesante: decine di feriti e oltre cinquanta persone arrestate. Per alcune ore le notizie provenienti dalla città olandese hanno descritto un quadro ancora più drammatico con dieci israeliani dispersi, qualcuno ha persino evocato la parola «ostaggi» come se si parlasse della Striscia di Gaza e non di una capitale europea, ma nel pomeriggio di ieri i dieci dispersi sono stati identificati nei pronto soccorso della città e la voce dei rapimenti si è rivelata una fake news.
Durissime come al solito le parole del premier israeliano Netanyahu che evoca un lugubre accostamento storico: «Domani celebreremo l'86esimo anniversario della drammatica Notte dei Cristalli, l'attacco contro tutti gli ebrei sul territorio europeo. Èd è quello che è successo ad Amsterdam. Ma c'è solo una grande differenza rispetto ad allora, è stato creato lo Stato ebraico e noi dobbiamo occuparci di questo problema. Questa situazione mette in pericolo innanzitutto noi e loro, nonché gli Stati liberi e i Paesi Bassi - ha aggiunto Netanyahu -. Dobbiamo prendere la cosa sul serio. Non possiamo lasciar passare una cosa del genere».
Il governo israeliano ha immediatamente inviato due aerei cargo con delle squadre di soccorso dell’esercito ad Amsterdam per facilitare il rimpatrio dei tifosi. Ma cosa è accaduto nella capitale olandese? Dopo il fischio finale della partita, vinta dall'Ajax 5-0, è dilagata la violenza in diverse zone della città con attacchi mordi e fuggi ai supporter del Maccabi da parte di cittadini olandese di origine araba e di militanti dei gruppi pro-Palestina. La polizia ha parlato chiaramente di un «comportamento antisemita». Il nuovo ministro degli Esteri Gideon Sa’ar ha consigliato di non indossare simboli ebraici e di non uscire dagli alberghi.
Il re olandese Guglielmo Alessandro ha parlato con il presidente dello Stato ebraico , Isaac Herzog, esprimendo «profondo orrore e shock», mentre la presidente della Commissione europea, Ursula von der Leyen, si è detta«indignata per gli attacchi vili» Persino l'Onu che con Israele non ha certo relazioni idilliache ha condannato gli attacchi di Asterdam.
Sul caso è intervenuta anche la premier italiana Giorgia Meloni che, di ritorno dal vertice della Comunità europea di Budapest, ha espresso profonda preoccupazione: «L'antisemitismo dilagante è inaccettabile e spaventoso ed è nostro dovere garantire piena sicurezza ai cittadini di religione ebraica».
Secondo alcune ricostruzioni successive tuttavia non si è trattata di un’aggressione unilaterale. Gli attivisti filo-palestinesi ed anti-israeliani sostengono che, in realtà, sarebbero stati per primi i tifosi del Maccabi a ricorrere a molestie e violenze nei confronti di alcuni residenti di fede musulmana. La tv britannica ha intervistato un tifoso che ieri sera è andato allo stadio e che ha raccontato di aver visto i sostenitori del Maccabi Tel Aviv nella metropolitana di Amsterdam "salire e scendere dai vagoni tre o quattro volte cercando di scatenare una rissa".
Anche all'interno della Johan Cruyff Arena il clima era stato molto teso. Diversi utenti sui social hanno postato video che sembrano mostrare tifosi del Maccabi fischiare durante il minuto di silenzio deidicato vittime delle inondazioni a Valencia. L'emittente olandese Nos ha confermato che la polizia antisommossa ha bloccato un gruppo di presunti attivisti filo-palestinesi che giovedì sera aveva cercato di raggiungere lo stadio, forse per farsi giustizia.
L’eco delle violenze di Amsterdam è giunto anche a Parigi dove è scoppiata la polemica sull’incontro Francia-Israele che dovrebbe tenersi il 14 novembre (all’indomani del non anniversario della strage del Bataclan) allo Stade de France della capitale. Il leader della France Insoumise Jean-Luc Mélenchon ha chiesto al governo di annullare la partita sia per motivi di sicurezza che per solidarietà con la causa palestinese. Secca la replica del ministro dell’Interno Bruno Retailleau in un messaggio pubblicato su X: «Non lo accetterò: la Francia non si ritira, in quanto significherebbe cedere alle minacce di violenza e antisemitismo. Su mia richiesta, il prefetto di polizia, Laurent Nunez, sta adottando misure di sicurezza adeguate».