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Amnistia e indulto sono le strade da seguire per affrontare il problema delle carceri, drammaticamente esploso con le violente rivolte dei detenuti contro le misure per il contenimento del contagio da coronavirus. Insieme con il rafforzamento del ruolo dei tribunali di sorveglianza per la concessione di detenzione domiciliare e misure alternative. È quanto chiede al governo e a tutte le forze politiche la giunta dell'Unione delle Camere penali, insieme con l'Osservatorio carceri. "Lo Stato colpevole, e anche condannato dalla Corte Europea dei Diritti dell'Uomo, per aver violato norme di civiltà giuridica, ha oggi l'obbligo di adottare decisioni che possano salvaguardare la vita e la salute dei detenuti, perché non sono persone estromesse dalla società, ma di essa fanno parte ed a loro spetta uguale tutela, senza alcuna distinzione. L'amnistia e soprattutto l'indulto sono le strade da seguire", si legge nel documento. "E occorre immediatamente rafforzare il personale dei Tribunali di Sorveglianza, magari con i magistrati che in questo periodo non terranno udienze - suggerisce l'Ucpi - per verificare quanti detenuti (e non sono pochi) hanno diritto ad avere gli arresti domiciliari ovvero la misura (pena) alternativa dell'affidamento in prova al servizio sociale, anche aumentando, con decreto legge, il tetto della pena da scontare per accedere al beneficio''.