La notizia corre sul web a una velocità folle e in pochi minuti approda sui siti d’informazione di mezzo mondo che la rilanciano con titoli a tutte colonne: Hillary Clinton ha raggiunto la fatidica soglia di 2383 delegati per vincere le primarie democratiche e correre verso la Casa Bianca. «Momento storico», «Passaggio epocale», «Evento senza precedenti», l’enfasi con cui viene accolta la prima candidatura ufficiale di una donna alla presidenza degli Stati Uniti è direttamente proprorzionale alla rabbia del suo sfidante.Il problema infatti è che l’investitura non è stata comunicata dal Comitato elettorale del partito come previsto dalle regole, ma da un dispaccio della Associated Press poi ripreso dalla Cnn e a ruota da altri media. Secondo i calcoli della Cnn, dopo la schiacciante vittoria di domenica in Porto Rico, la 68enne ex first lady si è assicurata 1.812 delegati e 572 super delegati. Una “fuga di notizie” ai limiti della scorrettezza calcolando che dopo poche ore si sono aperte le urne in California per l’ultima decisiva sfida tra Clinton e Sanders (si vota anche in New Jersey, Nord e Sud Dakota, New Mexico e Montana). Solo un miracolo potrebbe salvare “zio Bernie”, questo è chiaro a tutti, ma le indiscrezioni sulla nomination di Hillary rischiano di influenzare pesantemente il voto. Come l’inopportuna telefonata del presidente Obama che ieri ha chiesto a Sanders di rinunciare, di fare un passo indietro per arrivare alla Convention dell’estate con il partito unito e compatto dietro la candidatura di Clinton, senza divisioni che potrebbero indebolirla nella ruvida sfida con Donald Trump.Nello stile combattivo che ha sempre contraddistinto la sua campagna elettorale, Sanders ha cortesemente declinato l’invito di Obama, facendo sapere che lui lotterà fino all’ultimo per il suo programma e per le sue idee. «È un peccato che i media, con un giudizio affrettato, stiano ignorando la chiara posizione della Democratic National Committee secondo la quale è sbagliato contare i voti dei super delegati prima che vengano effettivamente espressi alla convention la prossima estate», ha tenuto a precisare Michael Briggs, responsabile della comunicazione di Bernie Sanders. Clinton «non ha e non riuscirà ad avere il numero minimo di delegati per assicurarsi la nomination. Dipende dai super delegati - ha osservato - che non voteranno fino al 25 luglio e che fino ad allora possono cambiare idea».