IL TRASFERIMENTO ACCELERATO DALLA CRISI DEL TIGRAY: ARRIVERANNO A MIGLIAIA

Centinaia di cittadini ebrei etiopi ( falascia) sono stati trasportati in aereo in Israele per la prima di una serie di operazioni trasferimento, operazioni acelerate dalla crisi nella regione etiope del Tigray. Ad accoglierli all’aeroporto Ben Gurion di Tel Aviv c’erano il primo ministro israeliano, Benjamin Netanyahu e il ministro della Difesa, Benny Gantz. «Mia moglie Sarah e io siamo rimasti lì con le lacrime agli occhi all’accoglienza», ha dichiarato alla stampa Netanyahu. Presente anche la ministra dell’Immigrazione, Pnina Tamano- Shata, lei stessa un’immigrata di origine etiope giunta in Israele con un ponte aereo clandestino nel 1984, che si è recata personalmente in Etiopia per sovrintendere al trasferimento, nell’ambito dell’operazione soprannominata Rock of Israel ( Roccia di Israele). La comunità ebraica in Etiopia, conosciuta anche come Falash Mura, discende da ebrei convertiti al cristianesimo - molti sotto costrizione - alla fine del diciannovesimo secolo. Tuttavia, a differenza della comunità nota come Beta Israel precedentemente evacuata in Israele, Falash Mura non soddisfa i criteri per il diritto automatico alla cittadinanza israeliana a causa delle incertezze sulla loro discendenza ancestrale. La questione si è trascinata per anni, fino a quando il governo di Israele si è impegnato nel 2015 a trasferire l’intera comunità entro la fine del 2020. Altre 100 persone dovrebbero essere trasferite oggi e altre 1.700 entro fine gennaio. Gli ebrei etiopi furono portati per la prima volta in Israele dai campi profughi in Sudan in una serie di operazioni segrete avviate all’inizio degli anni ’ 80 dall’agenzia di intelligence israeliana del Mossad per ordine dell’allora primo ministro Menachem Begin.