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DONALD TRUMP PRESIDENTE USA
Serpeggiano sospetti d’insider trading dietro la decisione di Trump di sospendere le tariffe doganali per novanta giorni. Sospetti avanzati dal partito democratico, secondo cui il presidente avrebbe manipolato il mercato, suggerendo l’acquisto di titoli azionari poco prima di dare l’annuncio della sospensione dei dazi e beneficiando egli stesso del rimbalzo dei mercati.


Il democratico Steven Horsford, membro della Camera dei rappresentanti dello Stato del Nevada, ha interpellato il rappresentante per il commercio Usa, Jamieson Greer, rispetto ai dubbi sollevati dall’inaspettata sospensione della politica doganale, annunciata martedì sera da Trump e definita dallo stesso e dal segretario al Tesoro Bessent, una mossa studiata, parte della strategia negoziale del presidente Usa. «È un caso di manipolazione del mercato?» Ha chiesto il rappresentante democratico a Greer, che ha risposto con un secco «no». Horsford a questo punto ha incalzato il rappresentante «Perché no? Se c’era un piano, se c’è sempre stato un piano, come può non essere aggiottaggio? Allora cos’era? Perché di certo non è una strategia».
«Stiamo cercando di rovesciare il sistema del commercio globale» ha replicato Greer. «Cosa è stato fatto? Quali risultati avete raggiunto se non un enorme danno al popolo americano?» ha ribattuto Horsford, «i dazi sono uno strumento, possono essere usati nel modo adeguato per proteggere i posti di lavoro e le piccole imprese statunitensi. Ma non è questo il caso. Se non è manipolazione di mercato allora cos’è? Chi ne sta traendo vantaggio? Quali miliardari si sono appena arricchiti?».
A sollevare i primi dubbi è stato un post di Trump, «Questo è un ottimo momento per comprare», pubblicato mercoledì pochi minuti dopo il suono della campana di Wall Street. Quattro ore dopo il presidente Usa ha annunciato l’interruzione per tre mesi dei dazi. Insieme all’invito a comprare Trump, nel suo post, avrebbe aggiunto il suo acronimo, «DJT», che è anche il ticker (serie di lettere o numeri che identifica un’azione negoziata) della sua società Trump Media & Technology Group. Cosa piuttosto strana dato che Trump, in genere, non firma mai i suoi post. Dopo il suo annuncio le borse volano, il Dow Jones ha chiuso con un guadagno di 7,87 punti percentuali, record dal 2008, il Nasdaq, dopo tre giorni di apnea ha ripreso fiato e chiuso con un rialzo di più del 12%, record dal 2001, la società di Trump, alla chiusura della borsa ha segnato un + 21,67%. Oltre al rappresentante dello Stato del Nevada, Horsford, anche il Senatore democratico Adam Schiff vuole capire cosa è successo. «Farò del mio meglio per scoprirlo», ha dichiarato al Time. Schiff è stato il primo senatore a richiedere al Congresso un’indagine sulla possibilità che l’amministrazione Usa abbia fatto dell’insider trading con la recente svolta nelle sue politiche doganali.
L’indagine chiesta dal senatore democratico sono di competenza del Comitato giudiziario del Senato o del Comitato finanziario del Senato, entrambi presieduti da repubblicani, molto attenti a evitare conflitti e frizioni con la Casa Bianca, il senatore Chuck Grassley e il senatore Mike Crapo. Schiff potrebbe decidere di condurre in autonomia le indagini utilizzando il personale del suo ufficio, tuttavia essendo privo del potere di citazione in giudizio, risulterebbero inefficaci.
«Questi cambi repentini nelle politiche forniscono pericolose opportunità di fare insider trading», ha dichiarato Schiff, «chi, nell’amministrazione, era a conoscenza dello stravolgimento tariffario di Trump? Qualcuno ha comprato o venduto azioni e ne ha tratto profitto a spese del pubblico?». Schiff ha chiesto spiegazioni direttamente alla Casa Bianca, che per ora non ha rilasciato dichiarazioni a riguardo.
Nelle ore successive allo scontro in Congresso sono state avanzate ipotesi che Trump abbia utilizzato lo schema fraudolento pump and dump (far aumentare il prezzo di un’azione a bassa capitalizzazione al fine di vendere titoli azionari, comprati a buon mercato, ad un prezzo superiore) invertendolo. In questo modo avrebbe garantito a sé stesso, a chi era a conoscenza dell’imminente inversione a U, e a chi ha seguito il suo consiglio, lauti profitti dati dal decollo delle borse, fino a quel momento in grave difficoltà.
Il video, girato nello studio ovale mercoledì scorso, che ritrae Trump rivolgersi ai suoi mentre indica Charles Schwab, miliardario con un patrimonio di circa 12 miliardi e presidente della Charles Schwab Corporations, e dice «lui ha fatto 2,5 miliardi di dollari oggi», ha sollevato ulteriori dubbi sulle ragioni che hanno portato il presidente a rivedere la sua politica doganale.
Ad ogni modo la Sec (Securities and Exchange Commission), l’ente federale deputato alla vigilanza delle borse, non ha al momento avviato alcuna indagine formale. Karoline Leavitt, portavoce della Casa Bianca, ha definito la mossa di Trump «arte del fare affari», rimane da capire a quale tipo di affare facesse riferimento.