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Il 7 ottobre segna una data tragica per Israele e il Medioriente. Hamas, con l'operazione "Alluvione di Al-Aqsa", ha lanciato un attacco coordinato su larga scala che ha provocato la morte di migliaia di civili israeliani e ha innescato una guerra che continua senza sosta. Hezbollah, attraverso un comunicato nel primo anniversario, ha definito Israele «una ghiandola cancerosa mortale» che deve essere «rimossa», esprimendo sostegno per le azioni di Hamas. L’attacco ha consolidato un conflitto più ampio che ora coinvolge diverse nazioni della regione.
Il ministro della Difesa israeliano, Yoav Gallant, ha ricordato l'anniversario con un messaggio chiaro: «Israele continuerà a difendersi», ribadendo l'intenzione di non fermarsi fino alla vittoria completa contro Hamas. La guerra, nelle parole di Gallant, rappresenta "la più giusta di tutti i nostri anni", e segna un periodo di sacrifici e resistenza da parte del popolo israeliano. Questi sentimenti sono condivisi da diversi leader internazionali.
La Comunità internazionale a sostegno di Israele
Jean-Noel Barrot, ministro degli Esteri francese, ha espresso la vicinanza della Francia a Israele e ai suoi cittadini. Durante una visita in Israele, Barrot ha affermato che la Francia «non smetterà mai di esigere la liberazione incondizionata degli ostaggi detenuti da Hamas», dimostrando un impegno fermo per la sicurezza di Israele.
Anche altri leader europei, come il presidente della Camera dei deputati, Lorenzo Fontana, hanno ribadito il loro sostegno. Fontana ha sottolineato che «nessuna causa può giustificare la violenza contro gli innocenti», invitando la comunità internazionale a lavorare per il cessate il fuoco e la liberazione degli ostaggi.
L'importanza della difesa e della sicurezza
A livello nazionale, il governo israeliano continua a dare priorità alla liberazione degli ostaggi e alla sicurezza del paese. Gallant ha dichiarato che «Israele farà tutto il necessario per difendere la patria e riportare a casa gli ostaggi», un messaggio forte che riflette la determinazione dello Stato ebraico di non scendere a compromessi.
Nel contesto più ampio, le tensioni nel Medioriente si sono aggravate. Antonio Tajani, vicepremier e ministro degli Esteri italiano, ha condannato con fermezza gli attacchi contro Israele, ma ha anche lanciato un appello per evitare una pericolosa escalation. Tajani ha sottolineato l'importanza di mantenere il buon senso, ribadendo che «non si può trasformare una legittima manifestazione a favore della Palestina in un'esaltazione dell'antisemitismo».
Un conflitto senza fine
A un anno dal massacro del 7 ottobre, il conflitto tra Hamas e Israele sembra non avere una soluzione a breve termine. Matteo Salvini, vicepremier italiano, ha pubblicato un messaggio toccante, ricordando le vittime dell'attacco e affermando che «Israele ha il diritto di difendersi e di convivere in pace». Salvini ha definito il terrorismo islamico come un orrore che va combattuto a tutti i livelli.