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Uno degli ostaggi liberati da Hamas
Hamas ha trasferito la soldatessa israeliana Agam Berger alla Croce Rossa all'interno della Striscia di Gaza, nell'ambito dell'intesa per il cessate il fuoco e la liberazione degli ostaggi. È stata la prima ad essere rilasciata. Successivamente, sono stati liberati anche Arbel Yehud e Gadi Mozes, gli altri due ostaggi inclusi nella lista comunicata da Hamas.
Avvio del rilascio degli ostaggi
Oggi Hamas ha dato il via alla liberazione di altri tre ostaggi israeliani e cinque prigionieri thailandesi. Si tratta del terzo rilascio effettuato da quando è entrata in vigore la tregua nella Striscia di Gaza all'inizio del mese. In base agli accordi, Israele dovrebbe scarcerare altri 110 detenuti palestinesi. L'obiettivo della tregua è porre fine a quello che è stato il conflitto più sanguinoso e devastante mai combattuto tra Israele e Hamas, iniziato con l’attacco del gruppo armato a Israele del 7 ottobre 2023.
La cerimonia di consegna
Hamas ha affidato la soldatessa israeliana Agam Berger, 20 anni, alla Croce Rossa nel corso di una cerimonia svoltasi nel campo profughi di Jabaliya, nel nord di Gaza, un'area duramente colpita dai bombardamenti. Un'altra cerimonia si è svolta nella città meridionale di Khan Younis, davanti alle macerie dell’abitazione di Yahya Sinwar, leader di Hamas ucciso. A entrambe le cerimonie hanno assistito centinaia di persone, tra cui militanti mascherati e residenti.
In Israele, la liberazione di Berger è stata accolta con applausi e grida di gioia in una piazza di Tel Aviv, dove i sostenitori degli ostaggi hanno seguito il rilascio su maxi schermi accanto a un grande orologio che segna il tempo di prigionia dei rapiti. Alcuni manifestanti mostravano cartelli con la scritta: «Agam, ti aspettiamo a casa».
Berger era una delle cinque giovani soldatesse rapite il 7 ottobre. Le altre quattro erano state liberate sabato scorso. Oltre a lei, oggi, giovedì 30 gennaio, sono stati rilasciati Arbel Yehoud, 29 anni, e Gadi Moses, 80 anni.
L'identità dei cittadini thailandesi in procinto di essere liberati non è stata ancora confermata ufficialmente. Molti lavoratori stranieri furono catturati insieme a civili e soldati israeliani nell’attacco di Hamas. Ventitré cittadini thailandesi erano tra gli oltre 100 ostaggi rilasciati durante una settimana di tregua nel novembre 2023. Israele sostiene che otto thailandesi siano ancora nelle mani di Hamas e che due di loro potrebbero essere deceduti.
Scene di tensione a Khan Younis
Il ministro israeliano Itamar Ben Gvir, esponente dell'estrema destra, ha espresso soddisfazione per la liberazione dei tre ostaggi, ma ha criticato duramente l'accordo che ha portato al loro rilascio. «Siamo felici ed emozionati per il ritorno dei nostri amati Agam, Arbel e Gadi, ma le immagini orribili provenienti da Gaza lo rendono chiaro: questa non è una vittoria completa, è un fallimento totale, un accordo sconsiderato come nessun altro», ha dichiarato. Ben Gvir ha rassegnato le dimissioni dal governo in segno di protesta contro l’intesa, alla quale si era opposto.
Il primo ministro israeliano, Benjamin Netanyahu, ha condannato quanto avvenuto oggi a Khan Younis, dove gli ostaggi Arbel Yehud e Gadi Moses sono stati rilasciati tra momenti di confusione, venendo strattonati e insultati dalla folla durante la loro consegna alla Croce Rossa. «Guardo con grande severità alle scene scioccanti durante il rilascio dei nostri ostaggi», ha affermato Netanyahu, citato dai media israeliani. «Questa è un’ulteriore prova dell’inimmaginabile crudeltà dell’organizzazione terroristica di Hamas». Il premier ha aggiunto che chiederà ai negoziatori di «garantire che scene così orribili non si ripetano più e di assicurare la sicurezza dei nostri ostaggi».
Il rilascio dei detenuti palestinesi
Tra i palestinesi in procinto di essere scarcerati da Israele, 30 stanno scontando l’ergastolo per attacchi mortali contro cittadini israeliani. Tra i detenuti figura anche Zakaria Zubeidi, ex leader militante e noto regista teatrale, che nel 2021 riuscì a evadere da un carcere israeliano prima di essere catturato nuovamente dopo pochi giorni.
Sabato dovrebbero essere liberati altri tre ostaggi, tutti uomini, insieme a decine di detenuti palestinesi. Intanto, lunedì Israele ha iniziato a permettere ai palestinesi di rientrare nella parte settentrionale della Striscia di Gaza, l’area più devastata dal conflitto. Centinaia di migliaia di persone sono tornate, molte trovando soltanto macerie al posto delle loro abitazioni.
Nella prima fase dell’intesa per il cessate il fuoco, Hamas dovrebbe liberare un totale di 33 ostaggi israeliani, tra cui donne, bambini, anziani e persone malate o ferite, in cambio di circa 2.000 prigionieri palestinesi.
La situazione umanitaria a Gaza
Secondo il Ministero della Salute di Gaza, il bilancio delle vittime palestinesi ha superato le 47.000 persone, più della metà delle quali donne e bambini. Il ministero non specifica quanti tra i deceduti fossero combattenti. L’esercito israeliano afferma di aver eliminato oltre 17.000 militanti, senza fornire prove dettagliate, e sostiene di aver adottato misure per ridurre il più possibile le perdite tra i civili.
Verso la seconda fase dell’accordo
L’accordo prevede che Israele e Hamas negozino una seconda fase, che dovrebbe includere la liberazione degli ultimi ostaggi e il prolungamento del cessate il fuoco a tempo indeterminato. Tuttavia, il conflitto potrebbe riprendere all’inizio di marzo nel caso in cui non si raggiunga un nuovo accordo. Israele ha ribadito la sua determinazione a smantellare Hamas, nonostante il gruppo abbia riaffermato la sua presenza nella Striscia di Gaza poche ore dopo l’inizio della tregua.