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Khalifa Haftar ha accettato il cessate il fuoco a partire dalla mezzanotte. A renderlo noto è Ahmed Al Mismari, portavoce dell'Esercito nazionale libico, che annuncia «una dura rappresaglia contro chi non lo rispetterà». Regge dunque il patto siglato tra Turchia e Russia. E sarebbe stato proprio Vladimir Putin a convincere il generale Haftar a rinunciare momentaneamente alle armi. Alla tregua aderisce anche il governo di Tripoli, l’unico riconosciuto come dall’Onu. Il primo ministro Fayez-al Serraj ha annunciato «un cessate il fuoco a partire dalla mezzanotte del 12 gennaio». Anche se il governo si riserva «il legittimo diritto all'autodifesa in risposta ad attacchi o aggressioni che potrebbero essere lanciati dalla controparte». Il ministro degli Esteri italiano, Luigi Di Maio, si dice soddisfatto per la tregua e rivendica il ruolo del nostro Paese nel raggiungimento dell'accordo. «Dobbiamo continuare a sostenere il dialogo con Mosca e Ankara, affinché l'obiettivo comune della pace sia condiviso e, finalmente, raggiungibile», dice il capo politico M5S. «In un quadro europeo dobbiamo tenere a modello le missioni di pace, vere, autentiche, come Unifil in Libano. La Libia non sono solo migranti. Nel Paese operano numerose cellule terroristiche. La Libia per noi è una questione di sicurezza nazionale e di stabilità dell'intero Mediterraneo. La Libia è la dimostrazione che la guerra genera altra guerra. È per questo che L'Italia non sosterrà mai un altro intervento militare. Dobbiamo imparare dagli errori del passato», aggiunge il leader pentastellato. «Alla conferenza di Berlino, l'Italia porterà questa linea, per costruire una Libia sovrana, unita e in pace. C'è ancora tanto lavoro da fare. Ma quello di oggi è sicuramente un passo positivo dopo mesi di stallo. Nel raggiungimento di questo primo risultato anche l'Italia ha fatto la sua parte». E accoglie con favore la notizia del momentaneo stop alle operazioni armate anche l'Unsmil, la missione di sostegno delle Nazioni unite in Libia. «La missione spera che tutte le parti rispettino rigorosamente il cessate il fuoco e facciano spazio a sforzi pacifici per affrontare tutte le controversie attraverso un dialogo libico-libico», scrive l'Unsmil su Twitter. «La missione esprime piena disponibilità a sostenere i libici e ad usare tutte le sue capacità per aiutarli a trovare una soluzione pacifica e definitiva alla crisi libica».