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«Vi ricordate la scena iniziale del film “Gladiator”? È quella in cui il generale Maximus ( Russell Crowe) dice ai suoi soldati “Al mio segnale, scatenate l’inferno”. Poco dopo partirà una tempesta di ferro e fuoco con cui le legioni romane di Marco Aurelio travolgono le orde barbare della foresta germanica». Inizia così la nostra intervista a Guido Silvestri, professore ordinario e direttore del dipartimento di Patologia e Medicina di Laboratorio alla Emory University di Atlanta, uno dei massimi esperti al mondo di Hiv e Aids, autore di “Il virus buono” ( Rizzoli). E dagli Usa la scorsa notte è arrivato l’annuncio del presidente Donald Trump gli Usa invieranno in Italia materiale sanitario per 100 milioni di dollari.
Professor Silvestri che c'entra il generale Maximum?
Mi rendo conto che per molti di voi è difficile rendersene conto, al chiuso delle vostre case, tormentati dalle brutte notizie dei media e dalle scemenze non- stop di complottisti e ciarlatani. Eppure, proprio in questi giorni così cupi, in centinaia di laboratori e ospedali di tutto il mondo si sta scatenando contro Covid- 19 l’inferno benefico della scienza.
Come si sta vivendo negli Stati Uniti l'emergenza sanitaria?
Per il momento la fortezza America resiste. E nel nostro piccolo, resistono anche Atlanta e la Emory University. Siamo solo all’inizio della battaglia, il peggio deve venire, ma vi assicuro che venderemo cara la pelle. Lo dico con orgoglio, anche a nome dei tantissimi colleghi che stanno lavorando in modo incredibile per limitare i danni di questa pandemia. Secondo i dati di oggi abbiamo 165.000 casi ( quindi circa 65,000 più dell’Italia), ma le nostre stime sugli studi a tappeto ci dicono che il numero degli infettati è molto maggiore, si parla di almeno 1- 2 milioni. A fronte di questa esplosione di casi, la letalità cruda ( morti/ casi) è del 1.9%, contro quella lombarda del 14%. Finora reggono anche i cugini canadesi, con mortalità all' 1%.
L'intera comunità scientifica è in prima linea?
La poderosa macchina della ricerca scientifica americana – governativa, accademia, industria, biotech – ha scatenato la sua impressionante potenza di fuoco contro il Covid- 19. Si lavora su test virologici e sierologici, anticorpi, antivirali, vaccini, immuno- modulatori. Questo virus non ha speranza contro i gladiatori della scienza.
Qui in Italia ci sono polemiche sulla mancanza di un numero congruo di test diagnostici.
Dopo una partenza sui blocchi, abbiamo fatto dei progressi straordinari, di cui – da medico di laboratorio – sono molto orgoglioso. Nel giro di due settimane abbiamo decuplicato la capacità di fare tamponi, e nelle prossime la espanderemo venti volte di più ( usando anche il nuovo test da 15’ della Abbott). Un progresso fondamentale per monitorare l’infezione anche in futuro.
Nel nostro Paese circolano anche diverse bufale.
Anche qui ne girano tante, ma quella che più mi fa incavolare è la storia dei pazienti che devono pagare $ 2,000 per il test o che non vengono curati se non sono assicurati. Ricordo che il governo federale ha già dato mandato di curare gratis tutti i pazienti con Covid- 19, ed è quello che stiamo facendo ad Atlanta, NY, Seattle.
Intanto è rimbalzata la notizia del17enne morto in California per coronavirus, rifiutato dall'ospedale perché senza assicurazione sanitaria.
È una fake news, nel senso che non è chiaro se il ragazzo è morto di Covid- 19, quale fosse la sua situazione assicurativa e se è stato inviato da un ospedale all'altro perché non era assicurato o perché non avevano l'apparecchiatura adatta. E infine non è chiaro se queste dichiarazioni del sindaco sono state mal interpretate e/ o mal tradotte. Detto fuori dai denti: è un modo vergognoso di fare informazione.
La politica in Usa che risposte dà?
La leadership politica si è svegliata stanziando un grande piano ( 2,000 miliardi di dollari, di cui 100 miliardi agli ospedali). Si è fermato il crollo delle Borse e i cittadini, che presto riceveranno $ 1,200 per adulto e $ 500 per bambino.
Bisogna essere fiduciosi?
La presenza della scienza è il motivo fondamentale per cui bisogna essere ottimisti, nonostante i bollettini di morti e e infezioni. Non siamo nel 1348 della morte nera, o nel 1630 della peste manzoniana e neppure nel 1918 della Spagnola. Siamo nel 2020, un’epoca in cui la scienza ha disposizione tecnologie straordinarie di studio e di ricerca delle malattie virali.