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Guerra tra clan rivali Il penetrante controllo del territorio esercitato da due cosche e i relativi interessi illeciti, la proiezione delle stesse in Val d’Aosta, la disponibilità di armi e munizioni per imporre la volontà mafiosa: sono gli elementi emersi dall'inchiesta “Altanum”, che ieri mattina ha portato all'arresto di 13 persone tra Gioia Tauro, Aosta e Bologna, accusate, a vario titolo, di associazione mafiosa. Ma dall'inchiesta sono emerse anche le fibrillazioni tra le due cosche nell'ambito delle quali sarebbe maturato l'omicidio di Salvatore Raso, esponente della locale di San Giorgio, ucciso il 16 settembre 2011 a San Giorgio Morgeto.
Operazione Crimine L'indagine è stata avviata dopo l'inchiesta “Crimine” che, nel 2010, avevano sancito l'esistenza di una locale con a capo Mario Gaetano Agostino, di 75 anni, uscito indenne dal processo. Ma da quell’indagine è emersa l'operatività della cosca Facchineri di Cittanova e della locale di San Giorgio.
La prima, secondo l'accusa, fa capo a Giuseppe Facchineri, detto “il professore”, al fratello Vincenzo, a Roberto Raffa, basista in Valle d'Aosta e cognato dei Facchineri, Giuseppe Chemi, Salvatore Facchineri e Giuseppe Facchineri detto “scarpina”.
A capo della seconda ci sarebbe Mario Gaetano Agostino, i nipoti Raffaele e Giuliano Sorbara, i fratelli Michele e Vincenzo Raso, ritenuti punto di riferimento della locale in Valle d'Aosta, i fratelli Vincenzo e Giorgio Raffa, cognati dei Raso, e Tommaso Fazari.
Guerra dei clan Dalle indagini sono emerse anche le contrapposizioni generatesi nel 2011 tra i due sodalizi, determinati a mantenere il proprio predominio nel territorio di San Giorgio Morgeto, nell'ambito della quale è maturato l'omicidio di Salvatore Raso, ucciso con 10 colpi di fucile caricato a pallettoni, uno dei quali alla nuca. All'origine dell'agguato, secondo l'accusa, vi erano i contrasti generati dall'estorsione tentata a due imprenditori operanti in Valle d'Aosta, ma originari di San Giorgio Morgeto, promossa da esponenti della cosca Facchineri.
Un imprenditore si era rivolto ai fratelli Raso chiedendo aiuto per evitare l'estorsione. Il conseguente intervento dei Raso li ha posti in contrasto con Giuseppe Facchineri gettando le premesse, secondo l'accusa, per l'omicidio. «Quest’indagine dimostra in modo chiaro come i clan siano operativi tanti al Nord come al Sud», ha sottolineato il procuratore capo di Reggio Calabria, Giovanni Bombardieri. Che ha poi lamentato la carenza di uomini e mezzi, ormai strutturale, nel distretto.