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Uno strappo significativo, il più duro da quando è iniziata la crisi politica in Venezuela. Il presidente Nicolas Maduro ha infatti esautorato dalla presidenza del parlamento il leder dell’opposizione nonché autoproclamato Capo di stato a interim Juan Guaidò. Elvis Amoroso, controllore generale del Venezuela ( una carica che ha funzioni equivalenti a quelle della nostra Corte dei Conti), nominato dall'Assemblea nazionale costituente a maggioranza chavista, ha annunciato ieri sera la rimozione di Guaidò e contestualmente la sua ineleggibilità a ogni carica pubblica per 15 anni.
Il governo precisa che non si tratta di una ritorsione politica che viola le regole istituzionali venezuelane; il provvedimento sarebbe al contrario legato alle violazioni che il Controllore contesta a Guaidò: il presidente dell’assemblea nazionale avrebbe «occultato informazioni» di carattere fiscale e avrebbe «ricevuto dall’estero fondi non dichiarati». Per gli oppositori interni di Maduro, naturalmente, si tratta di una rappresaglia illegale, come del resto denuncia quella parte della comunità internazionale che si è schierata con Guaidò riconoscendolo come legittimo presidente ad interim.
La decisione di Caracas rischia così di alimentare la tensione in tutto il quadro internazionale specialmente nelle burrascose relazioni tra Stati Uniti e Russia, con entrambi che si lanciano accuse di ingerenza negli affari del paese sudamericano.
Il Cremlino ha chiesto al presidente Usa Donald Trump di non interferire nelle scelte di politica internazionale della Russia, dopo che l’inquilino della Casa Bianca ha affermato che «la Russia deve andarsene» dal Venezuela. «Non pensiamo che dei Paesi terzi dovrebbero preoccuparsi dei nostri legami bilaterali» , ha replicato a muso duro il portavoce del Cremlino, Dmitry Peskov, aggiungendo che la presenza di «specialisti» russi a Caracas deriva da «obblighi contrattuali». «Noi non interferiamo negli affari domestici del Venezuela in alcun modo e ci aspettiamo che Paesi terzi seguano il nostro esempio e permettano ai venezuelani di decidere da sé il loro destino», ha detto ancora Peskov.
Intanto, sempre a proposito di ingerenze, il Consigliere per la sicurezza di Trump John Bolton si è rivolto senza remore al ministro della Difesa di Caracas generale Padrino, invitandolo ad abbandonare Maduro: «Generale Padrino, faccia la cosa giusta. Le forze armate hanno un ruolo storico e l’opportunità di proteggere il popolo venezuelano dalla violenza del clan di Maduro, di evitare ulteriori inchini a Cuba e di proteggere l’ordine costituzionale dall’usurpazione della democrazia» .