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Gli Stati Uniti metteranno il veto a una risoluzione delle Nazioni Unite che condanna l’uso dello stupro come arma di guerra a causa del linguaggio utilizzato sulla salute riproduttiva e sessuale, che implicherebbe il sostegno agli aborti.
È quanto rivela il Guardian, che cita un alto funzionario delle Nazioni Unite e diplomatici europei. La delegazione tedesca spera che la risoluzione venga adottata oggi in una sessione speciale del Consiglio di sicurezza dell’Onu sulla violenza sessuale nei conflitti. Il testo è infatti già stato privato di uno dei suoi elementi più importanti, l’istituzione di un meccanismo formale per monitorare e segnalare le atrocità durante la guerra a causa dell’opposizione di Stati Uniti, Russia e Cina. Tuttavia, nonostante la versione più ” soft”, Washington sta ancora minacciando di porre il veto, perché il linguaggio utilizzato riconosce il diritto delle vittime ad abortire e di conseguenza si pone in aperto contrasto con le politiche adottate in patria dall’amministrazione Trump. Gli Usa si oppongono anche all’uso della parola «genere», considerandola una copertura per la promozione dei diritti dei transgender.
«Non siamo nemmeno sicuri che la risoluzione sarà discussa a causa delle minacce di un veto da parte degli Stati Uniti», ha detto al giornale britannico Pramila Patten, rappresentante speciale delle Nazioni Unite per la violenza sessuale in tempo di guerra.
In caso di disaccordo nel Consiglio di sicurezza, gli Stati membri spesso ricorrono a un testo precedentemente concordato, ma gli Stati Uniti hanno avvertito che non hanno intenzione di accettare la versione del 2013 perché anche in quel caso il linguaggio utilizzato non è in linea con le loro politiche.