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Il presidente degli Stati Uniti Joe Biden e Netanyahu, primo ministro di Israele
Negli ultimi mesi, l'amministrazione Biden ha rimosso le procedure di emergenza per la fornitura rapida di armi a Israele. Questo cambio di rotta rappresenta un'importante svolta nella politica estera degli Stati Uniti in Medio Oriente. Un funzionario americano ha confermato al Times of Israel che le spedizioni sono tornate a un ritmo normale, dopo un periodo di accelerazione all'inizio della guerra. Questo articolo esplora le ragioni e le conseguenze di questa decisione.
Le motivazioni dietro il rallentamento
Gli Stati Uniti hanno sospeso una spedizione di bombe pesanti per timore che Israele le utilizzasse in aree densamente popolate come Rafah, nel sud di Gaza. La Casa Bianca ha spiegato che tutte le altre spedizioni hanno proseguito a ritmo normale. Il ritorno alle normali procedure di trasferimento di armi coincide con un significativo rallentamento delle operazioni dell'IDF a Gaza e con la preoccupazione di Washington per una potenziale offensiva preventiva israeliana contro Hezbollah in Libano, che potrebbe scatenare una guerra regionale.
Le operazioni militari di Israele
Durante la prima parte della guerra, Israele ha ricevuto circa 240 spedizioni di armi dagli Stati Uniti, un numero che è sceso a circa 120 negli ultimi mesi, secondo Channel 12. Nonostante il rallentamento, un funzionario israeliano ha insistito che il ritorno al ritmo prebellico delle spedizioni non ha influenzato la capacità operativa dell'IDF a Gaza o in Libano. Questo cambiamento potrebbe, però, influenzare le dinamiche politiche interne di Israele, con Netanyahu che potrebbe utilizzare la situazione per scopi politici.
Tensioni con Hezbollah e Iran
Il generale Charles Q. Brown, capo dello stato maggiore congiunto delle Forze armate USA, ha avvertito che un attacco israeliano contro Hezbollah potrebbe innescare rappresaglie da parte dell'Iran. L'Iran sarebbe più propenso a sostenere Hezbollah se Israele intraprendesse un conflitto aperto con il gruppo militante libanese. Queste dichiarazioni riflettono gli sforzi della Casa Bianca per dissuadere Israele dall'estendere il conflitto al Libano.
Il Sistema di Difesa Iron Dome
Analisti del dipartimento della Difesa USA temono che i sistemi Iron Dome, fulcro della difesa aerea israeliana, possano essere saturati e neutralizzati in caso di conflitto con Hezbollah. La CNN ha riportato che il Pentagono ha condiviso questi timori con le autorità israeliane, preoccupato per la vulnerabilità del sistema di difesa aerea nel nord di Israele. Hezbollah avrebbe accumulato armi di precisione per sopraffare l'Iron Dome, come dimostrato da un recente attacco contro una batteria presso una base militare nel nord-est di Israele.
Il futuro
Se le tensioni dovessero sfociare in un conflitto aperto, si stima che alcune batterie antiaeree Iron Dome potrebbero essere sopraffatte. La prospettiva di un conflitto su larga scala tra Israele e Libano appare sempre più concreta, con Gerusalemme che ha già comunicato a Washington l'avvio di preparativi per una campagna militare oltre il confine. La situazione rimane fluida e le prossime mosse degli Stati Uniti e di Israele saranno cruciali per determinare l'evoluzione del conflitto.