Giuliana Gargiulo vive a Napoli ma “il luogo dell’anima” rimane Sorrento dove è nata e dove torna appena può. Poliedrica nel lavoro: attrice con Eduardo De Filippo, è anche giornalista e scrittrice. E’ autrice di numerosi libri, il più recente è Colpo di scena. Incontri di una vita. Nel 2014, le è stato conferito il Premio Civita dal Comune di Sorrento. Giuliana è una donna dalla forte vivacità e dai grandi slanci umani e culturali. Conserva e coltiva amicizie di lunga data: con Carla Fracci e Beppe Menegatti, Lina Wertmuller, Renzo Arbore, Marisa Laurito, Piero Tosi, Roberto de Simone. Il suo è stato un rapporto speciale di affetto con l’indimenticabile con Lucio Amelio, il ballerino Rudolf Nureyev, Piero Tosi, solo per fare qualche esempio, e poi con Franco Zeffirelli, Mariangela Melato, Marcello Mastroianni, Graziella Lonardi Buontempo, Mimmo Paladino, Lucio Dalla.  Con Sorrento legami di nascita, va bene. E poi? Tutto qui?Con Sorrento c’è un legame antico. Dico spesso che se Napoli è stata la passione, Sorrento è stata l’amore. Un sentimento radicato forte e dolcissimo che ritorna sempre in maniera tenera, gentile, fanciullesca. Perché le radici sono lì, è lì che ho mosso i primi passi in una famiglia bella. Ed in questo sono stata fortunata e privilegiata.Primi passi nella casa di famiglia, Villa Gargiulo. Animata anche da tante presenze..Si. Villa Gargiulo, era il centro di un movimento continuo, dove arrivavano tante persone, tanti ospiti. Papà ingegnere amante dell’arte, mamma di famiglia aristocratica, figlia di Manfredi Fasulo, tra i fondatori dell’Istituto di Cultura Torquato Tasso e che al poeta nato a Sorrento ha dedicato tutti i suoi scritti. È stato bello vivere un’ infanzia così gioiosa, allegra, nel giardino dominato dal campanile della Cattedrale. Credo sia nata così la passione per il cinema condivisa con mia madre. Pensi che non avevo ancora tredici anni quando fondai il “Teatrino dell’allegria”, con discutibilissime rappresentazioni nel salotto di casa!Una lunga memoria di una Sorrento in continuo movimento...La memoria è basilare, ha tanti aspetti: può essere falsa, concreta, bugiarda, tenera, malinconica, allegra…. Può essere tutto ma senza la memoria non c’è la dignità di noi uomini e donne. Non c’è storia senza la memoria, non sono mai stata nostalgica ma è importante ed è la nostra identità di persone.E la memoria di Sorrento città cosa le suggerisce?Che è stata cantata e descritta come nessun’altra. Basterebbe pensare a Torna a Surriento di de Curtis e Caruso di Lucio Dalla. Sorrento è un paese accogliente, perfino il santo patrono Antonino non è rivolto verso le case ma è proteso verso chi arriva. Non a caso re, principi, artisti, intellettuali, l’hanno scelta ed amata. Sorrento conserva questa sua eleganza, le chiese restano tra le più belle così come gli alberghi. Ricordo lo stupore di Piero Tosi, il grande costumista Premio Oscar alla carriera, quando nel 2008 ha passato parte delle sue vacanze a Villa Gargiulo. Folgorato dalla bellezza del luogo, sottolineava l’eleganza degli alberghi, la bellezza delle chiese, la qualità del cibo e il prestigio del Museo Correale di Terranova e del Museo della tarsia lignea, due punti di riferimento culturale di rara qualità in una cittadina tutto sommato così piccola. Non a caso Sorrento è al primo posto come presenze turistiche straniereEppure sembra meno evocativa di Positano, Ravello.Da un punto di vista culturale è certamente più evocativa. E’ come se nel luogo ci fossero tante anime perché Sorrento ha ospitato tanti intellettuali: solo per citarne alcuni Gaetano Salvemini, il più grande storico italiano, rientrato dopo venti anni ad Harward, il filosofo Benedetto Croce durante la guerra, e poi Roberto Rossellini, Vittorio De Sica, Totò, Roberto Murolo e Eduardo de Filippo che, per raggiungere la sua isola Isca, si fermava sempre a Sorrento.Lei è una sorta di attrazione turistica per Sorrento: attori, attrici, artisti, registi, ballerini passano da Villa Gargiulo. Che episodio le è rimasto impresso in particolare?La prima volta che ho incontrato Eduardo De Filippo. Ero poco più di una bambina. Con il mio librettino rosso cercavo sempre di raccogliere autografi. Facevo la fanatica... Lo incontrai in Corso Italia, davanti alla libreria Casola, frequentata da scrittori come Domenico Rea e Michele Prisco. Era un punto di riferimento per gli intellettuali, arrivavano libri rari ed era il ritrovo di tante personalità.Parlavamo di Eduardo...Stava chiacchierando con mia cugina Tatiana. Riconobbi subito questo uomo scarno, magro, serio. E non c’era ancora la televisione! Ma sentivamo i suoi lavori alla radio, avevo ascoltato Filumena Marturano con Titina. Presi il mio inseparabile libretto rosso e chiesi l’autografo. Tatiana disse: «È mia cugina». Ed Eduardo scrisse: «Ma che bella cugina. Soddisfatta me ne andai. Conservo ancora il mio libretto rosso! »E nel salotto di villa Gargiulo, chi passava?È stata molto importante la lunga frequentazione con Gaetano Salvemini, che con Memorie di un fuoriuscito, ha ostacolato in maniera decisiva il fascismo. Aveva oltre ottanta anni quando, dopo venti anni di esilio in America e l’insegnamento ad Harward, arrivò alla villa “La rufola”, ospite della Marchesa Titina Benzoni e di sua figlia Giuliana, autrice de La vita ribelle. Nel terremoto di Messina aveva perso la moglie e i cinque figli e quando vide la ragazzina che ero: incombente, esuberante, vivace mi ha voluto un gran bene.Cosa chiedeva a Salvemini?Ero di una incosciente esuberanza… incredibile. La prima volta che lo vidi avanzava verso di me avvolto in un plaid che poi non avrebbe mai smesso di usare. La prima domanda gliela feci in biblioteca: «Lei crede in Dio? » Infastidito rispose: «No, sono ateo», ed io ancora: «Ma vado a scuola dalle suore», e lui «Faresti bene a leggere alcune poesie di Belli. Anzi te le leggerò io, di quelle feroci».Napoli, Sorrento, luoghi dove allora i giovani potevano incontrare scrittori, personalità importanti.. che diventavano anche maestri.Vero. La mia generazione aveva i miti, gli eroi, i saggi, i maestri. Per esempio Amelia Cortese Ardias, 98 anni a giugno: pochi giorni fa abbiamo avuto una conversazione che è stata una lezione di vita. Pensi: ha citato Dante a memoria! E non solo. Lucio Dalla, per esempio. Anche lui ha vissuto tanti anni a Sorrento. Sorrento non ha bisogno di fare marketing, si muove da sola sull’eco del suo prestigio, della sua bellezza, del clima, del mare.Qual è la sua suggestione più forte di Sorrento?Una suggestione panoramica abbagliante è la curva di Scutari. Dall’alto si coglie tutta la piana, con la punta del Capo che come ombra ha l’isola di Capri, con un mare che tocca tutti i toni del blu. Una emozione di bellezza così forte che è stata vissuta e dipinta da molti pittori. La Russia, ad esempio, è piena di paesaggi di Scedrin che rappresentano Sorrento.