PHOTO
Gennaro Migliore ( Pd), sottosegretario alla Giustizia, è sorpreso: «Aver dedicato il primo titolo dei giornali di oggi ( ieri, ndr) alla polemica contro Maria Elena Boschi e non al Biotestamento lo vedo come un arretramento culturale fortissimo. Basterebbe guardare le lacrime di Emma Bonino e quelle delle tante persone che hanno sofferto, per la mancanza di una norma che consentisse loro la libertà, per affermare che questa legge è una conquista di civiltà destinata a rimanere nella storia del Paese, a differenza di una polemica che, sono pronto a scommettere, il giorno dopo le elezioni non esisterà più».
Onorevole Migliore, però intanto la polemica contro la sottosegretaria alla presidenza del Consiglio su Banca Etruria infuria. Abbiamo assistito in tv su La7 a un processo con toni da “Santa Inquisizione” di Marco Travaglio a Boschi. Alla quale anche sulla stampa vengono fatte domande con stile da interrogatorio giudiziario. Purtroppo il processo mass- mediatico è da molti anni uno “sport” nazionale. Quale è il suo giudizio?
Vedo una volontà di costruire rapidamente sentenze. La stessa prima pagina del Fatto quotidiano è indicativa di ciò che sta accadendo, tra l’altro trascurando completamente che la stessa operazione era stata fatta sul caso Consip. Peccato che su quel caso non ci sia stata la stessa rilevanza quando addirittura si è scoperto che si stavano fabbricando prove false per danneggiare il presidente del Consiglio ( allora Matteo Renzi, ndr). Penso che ciascuno debba assumersi le proprie responsabilità, stampa compresa. E per questo motivo con il governo Renzi abbiamo fatto interventi attesi, che erano stati bloccati per anni, come la riforma delle banche popolari e di quelle di credito cooperativo.
Perché questa riforma?
La politica e i politici non possono più entrare nel merito dei meccanismi di distribuzione del denaro delle banche con interventi sul territorio sulla base di criteri molto, molto discrezionali. Adesso non sarà più così. Nel frattempo ci sono stati numerosi episodi nei quali i cittadini sono stati truffati e se uno aveva bisogno di un mutuo doveva impegnarsi la casa per le future generazioni e invece un altro poteva essere garantito sulla parola.
Ecco, ma lei non crede che questa commissione parlamentare sulle banche, tanto voluta dal Pd, ora rischi di rivelarsi un boomerang, un palcoscenico da tiro al piccione nei confronti di Boschi?
Noi come Partito Democratico questa commissione l’abbiamo voluta per accertare la verità. E ci dicevano: la volete per vendicarvi di qualcuno, magari tirando in ballo le omissioni della vigilanza bancaria. Per quanto mi riguarda, quello che sta emergendo è molto interessante, come anche le ultime dichiarazioni di Giuseppe Vegas ( presidente di Consob, ndr) che dicono sostanzialmente che non ci sono stati alcuna pressione né un canale privilegiato. Piuttosto sarebbe interessante capire quali sono stati i controlli su obbligazioni subordinate così rischiose. L’idea fondamentale sulla quale si stanno imbastendo le accuse alla sottosegretaria è relativa a un presunto conflitto di interesse.
Non c’è?
No, non c’è. E quindi fino a prova contraria non si dovrebbe più insistere su questo argomento. Dopo di che la commissione banche ha anche fatto emergere difficoltà di sistema che hanno riguardato interi settori delle amministrazioni bancarie che qualcuno aveva detto essere pienamente in sicurezza. Ricordo al tempo del governo Monti quando si disse: non accederemo ai fondi degli aiuti salva banche e poi non interverremo con i soldi pubblici. Una scelta che però si basava su un sistema che i problemi invece li aveva, eccome. La commissione banche lo potrà quindi chiarire meglio. Io auspico che questo organismo venga riformato come primo atto della prossima legislatura. Perché l’interesse a chiarire cosa è successo nel nostro sistema bancario non si esaurisce con questa legislatura e io non voglio che diventi per chiunque un pretesto politico.
I casi delle dimissioni da ministro di Annamaria Cancellieri, Maurizio Lupi, Nunzia De Girolamo, Federica Guidi e altri sono non solo diversi tra loro ma molto diversi dalla vicenda che riguarda Boschi. Ma non crede che il Pd oggi sarebbe più forte nella difesa della sottosegretaria se a suo tempo avesse usato atteggiamenti più garantisti? Invece, Renzi parlò in alcuni casi di “opportunità politica” da valutare per le dimissioni.
Intanto, questi casi, appunto, sono molto diversi. Il tema dell’opportunità non viene valutato esternamente, altrimenti si tratta di caccia alle streghe, ma viene valutato dal soggetto, dalla persona direttamente coinvolta. A me sembra molto, molto strano che si invochino con tanta veemenza le dimissioni di Boschi, la quale non ha mai ricevuto nessun avviso di garanzia, fino a prova contraria, ha fatto parte di un governo che ha materialmente commissariato Banca Etruria, e, come dice lo stesso Vegas, non ha mai fatto pressioni sulla vicenda legata alla banca del suo territorio. Io penso che invece la questione vada rivolta al contrario: basta una campagna mediatica per imporre determinate azioni? Io penso di no. E non per un astratto principio garantista, ma perché la valutazione di opportunità deve avere almeno qualche fondamento, altrimenti diventa una costruzione epica. Bisogna con serenità esaminare il merito e ricordare che tutti quelli che hanno sbagliato devono rispondere delle loro responsabilità. Ma il principio secondo il quale ci debba essere una responsabilità oggettiva della sottosegretaria Boschi è fuori da un canone di realtà.
Nulla da dire quindi sulle dimissioni di quei ministri?
Io ho e ho avuto sempre un profilo molto garantista. E su alcuni casi ho avuto dei dubbi, ma allo stesso tempo ho rispettato le decisioni politiche di questi ex ministri.
La risposta di Boschi a Travaglio: “Lei mi odia perché donna” resterà celebre. C’è sessismo contro di lei?
Io penso che ci sia una componente sessista in tutta la società politica. Questo riguarda tutte le donne impegnate in politica. C’è stato sessismo nei confronti di Laura Boldrini. Ma anche contro Virginia Raggi, Mara Carfagna, e tante altre esponenti di cui io sono avversario politico. E questo è rivelatore di una certa ignoranza e arretratezza.
Il Pd tutto sta difendendo Boschi?
Tutto il sistema politico dovrebbe difendere l’idea che una persona, senza che ci siano responsabilità dirette, possa essere oggetto di una campagna così violenta. Ovviamente il Pd è compatto su questo punto.
Verrà ricandidata e in Toscana come lei auspica?
Io penso sia assolutamente giusto che lei sia ricandidata. Se vogliamo parlare di candidature forti, Maria Elena che è stata brava come ministro e come sottosegretaria, è tra queste.
Niente da rimproverarvi?
Sì, che la commissione d’inchiesta sulle banche andava fatta prima. È stata una dilazione nel tempo che non ci ha giovato e noi non avevamo proprio nulla da nascondere.