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Le autorità israeliane hanno accusato Hamas di aver fatto marcia indietro su alcuni punti dell'accordo di cessate il fuoco e per questo hanno rinviato la riunione con cui il governo avrebbe dovuto dare il via libera all'intesa. «Hamas sta tornando indietro sui punti concordati e creato una crisi dell'ultimo minuto», si legge in un comunicato dell'ufficio del primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu. Il governo israeliano non si riunirà per approvare l'accordo, "finché i mediatori non avranno notificato a Israele che Hamas ha accettato tutti gli elementi».
A provocare l’intoppo sono stati i criteri per selezionare i detenuti palestinesi da liberare in cambio degli ostaggi israeliani. «Contrariamente a una clausola esplicita che dà a Israele il diritto di veto al rilascio di assassini simboli del terrorismo, Hamas vuole dettare i nomi», si legge ancora nel comunicato. Da parte sua Hamas ha smentito tentativi di cambiare le carte in tavola. A dirlo è Izzat el-Risheq, alto funzionario del movimento islamista palestinese, che nega le accuse secondo cui il gruppo terroristico avrebbe rinnegato alcuni dettagli dell'accordo sugli ostaggi. Il movimento, ha aggiunto, è impegnato nell'accordo annunciato ieri dai mediatori.
L'ufficio del primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu ha rilasciato due dichiarazioni nelle ultime ore accusando Hamas di fare marcia indietro su diverse questioni e ha sospeso la convocazione del gabinetto di governo che avrebbe dovuto dare il via libera. In realtà l'improvviso slittamento nel voto potrebbe avere anche ragioni politiche interne, sostiene l'emittente pubblica Kan. Oggi si è infatti riunito il partito del Sionismo religioso del ministro delle Finanze di estrema destra Bezalel Smotrich, per discutere dell'opportunità di lasciare l'esecutivo una volta approvato il cessate il fuoco. Sia Smotrich sia il collega ministro della Sicurezza nazionale Itamar Ben Gvir si oppongono a quella che considerano «una resa totale» ad Hamas e un ostacolo all'ambizione dei coloni di rioccupare la Striscia di Gaza.
Il portavoce per la sicurezza nazionale della Casa Bianca, John Kirby si è detto, tuttavia, fiducioso che l'accordo inizierà a essere attuato domenica. "Siamo consapevoli delle questioni che il Primo Ministro ha sollevato oggi, e stiamo lavorando su questo. La nostra squadra sul campo sta lavorando con lui e con il suo team per appianare tutti questi problemi e farli avanzare", ha dichiarato a Meet the Press della Nbc riferendosi a Netanyahu.
Intanto, in attesa che l’accordo entri in vigore, l’esercito di Tel Aviv ha continuato a martellare la Striscia. Secondo quanto riferisce il portavoce dell'agenzia della difesa palestinese Mahmud Basal all'Afp, almeno 73 i palestinesi che sono stati uccisi, tra cui 20 bambini e 25 donne, in raid aerei israeliani su Gaza da quando è stato annunciato l'accordo di cessate il fuoco. «A partire da quando è stato annunciato il cessate il fuoco, le forze dell'occupazione israeliana hanno ucciso 73 persone, compresi 20 bambini e 25 donne», ha spiegato. Altre 230 persone sono rimaste ferite «in bombardamenti che continuano» il giorno dopo l'annuncio. Il ministero della Sanità del governo di Hamas a Gaza parla di almeno 81 persone sono state uccise nelle ultime 24 ore. Queste nuove vittime portano il bilancio di oltre 15 mesi di guerra a 46.788 morti.