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Il bilancio delle ultime incursioni israeliane nella notte su Khan Younis, nel sud della Striscia di Gaza, è salito a 15 morti. A riferirlo è l’ospedale Nasser, che ha ricevuto i corpi di cinque uomini, cinque donne e cinque bambini, uccisi dai bombardamenti che hanno colpito un’abitazione e una tenda.
Gli attacchi sono ripresi dopo la fine della tregua tra Israele e Hamas, interrotta lo scorso mese. L’esercito israeliano ha intensificato le operazioni via terra e aeree, dichiarando l’intenzione di fare pressione sui gruppi militanti per raggiungere un nuovo accordo e ottenere la liberazione degli ostaggi. Parallelamente, Israele ha bloccato l’accesso agli aiuti umanitari, carburante e cibo nella Striscia.
Israele nega ingresso a due deputate britanniche
Crescono intanto le tensioni diplomatiche tra Israele e Regno Unito. Le autorità israeliane hanno negato l’ingresso a due deputate laburiste, Abtisam Mohamed e Yuan Yang, che intendevano visitare progetti umanitari in Cisgiordania. Tel Aviv le accusa di sostenere il movimento internazionale BDS (Boycott, Divestment and Sanctions). Le parlamentari si sono dette “sbalordite” dalla decisione.
La legge israeliana vieta l’ingresso a stranieri che promuovono boicottaggi contro Israele.
Oltre 50.000 i morti nella Striscia di Gaza
Secondo il ministero della Sanità di Gaza, il numero totale delle vittime palestinesi ha raggiunto quota 50.695, con oltre 115.000 feriti. Solo nelle ultime 24 ore sono stati registrati 26 morti e 113 feriti. Secondo Al Jazeera, il bilancio effettivo potrebbe essere più alto: almeno 46 morti. “Molte vittime sono ancora sotto le macerie, irraggiungibili per i soccorritori”, riferisce il ministero.
Unicef: “Un milione di bambini in pericolo a Gaza”
L’Unicef lancia l’allarme: il blocco degli aiuti sta causando gravi conseguenze per oltre un milione di bambini nella Striscia di Gaza. Dal 2 marzo 2025, nessun convoglio umanitario ha avuto accesso: si tratta del periodo di blocco più lungo dall’inizio della guerra.
“Senza accesso a cibo, acqua potabile e medicine, il rischio di malnutrizione e malattie cresce di giorno in giorno”, ha dichiarato Edouard Beigbeder, direttore regionale dell’Unicef. “Abbiamo migliaia di pallet di aiuti pronti a partire, ma restano fermi. Non si tratta di una scelta, ma di un obbligo previsto dal diritto internazionale”.