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Associated Press/LaPresse
A Gaza e in Israele si contano le ore se non i minuti, il tempo che separa dall'entrata in vigore, domenica, dell'accordo di tregua tra Hamas e lo stato ebraico. Tutte le attenzioni sono concentrate ora su Tel Aviv dove il gabinetto di sicurezza israeliano (quello più ristretto) ha approvato i termini del negoziato per poi passare la palla al parlamento per la ratifica completa.
Nella prima fase dell'accordo di cessate il fuoco con Hamas, si prevede che Israele rilascerà un totale di 1.904 prigionieri palestinesi. Tra questi ci sono 737 detenuti e prigionieri di sicurezza e 1.167 palestinesi arrestati nella Striscia di Gaza durante l'offensiva terrestre dell'Idf. ll cessate il fuoco a Gaza entrerà in vigore domenica 19 gennaio alle 08.30 (le 7.30 in Italia, ndr) e, come parte di esso, le truppe dell'Idf implementeranno le procedure operative sul campo in conformità con gli accordi stabiliti.
Dopo il primo ok del gabinetto di sicurezza, è arrivato l'annuncio dell'Ufficio del Primo Ministro che ha confermato l'approvazione dell'accordo con Hamas da parte del governo nel suo insieme. L'intesa, secondo i media ebraici, ha avuto il via libera da 24 ministri. Ci sono stati 8 voti contrari. Hanno votato contro il ministro della Sicurezza nazionale Itamar Ben-Gvir, il ministro delle Finanze Bezalel Smotrich e gli esponenti dei loro due partiti, Otzma Yehudit e Sionismo religioso, il ministro David Amsalem, che non ha diritto di voto nel gabinetto di sicurezza e il ministro esponente del Likud Amichai Chikli.
Il ministero della Giustizia ha sottolineato che i prigionieri palestinesi saranno rilasciati non prima delle 16, ora locale, di domenica (le 15 in Italia). La lista pubblicata dal ministero include membri dei gruppi militanti di Hamas e della Jihad islamica, alcuni dei quali stanno scontando ergastoli e sono stati condannati per reati gravi come l'omicidio. L'elenco non sembra includere Marwan Barghouti, il 64enne che è il prigioniero di più alto profilo detenuto da Israele e che molti palestinesi considerano il candidato principale a diventare presidente in futuro. È stato un leader in Cisgiordania durante la seconda rivolta palestinese nei primi anni 2000. Hamas ha chiesto a Israele di rilasciarlo come parte di qualsiasi accordo di cessate il fuoco, ma i funzionari israeliani lo hanno escluso.
Nell'elenco del ministero della Giustizia è incluso il terrorista di Fatah Zakaria Zubeidi, che ha preso parte a un'evasione da un centro di detenzione di massima sicurezza nel nord di Israele nel 2021 prima che lui e gli altri fuggitivi venissero nuovamente arrestati. L'elenco in ebraico pubblicato online afferma che Zubeidi non verrà inviato all'estero, il che gli consentirà di tornare a casa nella città di Jenin, nella Cisgiordania settentrionale, dove era il comandante delle Brigate dei martiri di Al-Aqsa di Fatah. L'anno scorso, l'Idf ha ucciso suo figlio Mohammed insieme a diversi altri uomini armati in un attacco con i droni, descrivendo il giovane Zubeidi come "un importante terrorista dell'area di Jenin", che è stata un focolaio di attività terroristiche nell'ultimo anno.
Dei 98 ostaggi ancora detenuti da Hamas a Gaza, 10 sono cittadini stranieri rapiti dai kibbutz nel sud di Israele dove lavoravano o studiavano e che non rientrano nella lista dei 33 che verranno liberati nell'ambito della prima fase dell'accordo sul cessate il fuoco a Gaza. Otto sono lavoratori thailandesi, più due studenti, uno nepalese e uno tanzaniano. Finora, 23 ostaggi thailandesi sono stati liberati. In 49 sono stati uccisi durante l'attacco del 7 ottobre, 11 solo nel kibbutz Nir Oz, dove in cinque sono stati rapiti e due sono stati liberati in un accordo precedente.
Tra i rapiti c'è Sattin Suwankham, 34 anni, che è stato gravemente ferito durante il sequestro, Surasak Lamnau, 30 anni, Pongsak Tanna, 35 anni, Bhanawat Saitieo, colpito alla gamba il 7 ottobre, Pinta Natthaphong, 35 anni, e Watchara Sriaoun, 32 anni. Altri due lavoratori thailandesi, Sontha Oakkharasri, 32 anni, e Rinthalak Sudthisak, 43 anni, sono stati assassinati nelle piantagioni del Kibbutz Be'eri il giorno del massacro e i loro corpi sono stati portati nella Striscia. Tra i rapiti anche lo studente nepalese Bipin Joshi, 23 anni, e lo studente tanzaniano Joshua Loitu Mollel, 22 anni, entrambi erano in Israele per studiare agricoltura.
I termini dell'accordo sono noti da giorni. Si dovrebbe svolgere in tre fasi. La prima dovrebbe durare sei settimane e vedrebbe 33 ostaggi. Il secondo punto prevede che i soldati dell'IDF si ritirino a est, lontano dalle aree densamente popolate di Gaza. Ai palestinesi sfollati sarà permesso di iniziare a tornare alle loro case e centinaia di camion di aiuti saranno autorizzati a entrare nel territorio ogni giorno.
I negoziati per la seconda fase, che dovrebbe contemplare il rilascio degli ostaggi rimasti, un ritiro completo delle truppe israeliane e un ritorno alla calma sostenibile, inizieranno il sedicesimo giorno. La terza e ultima fase comporterebbe la restituzione dei corpi degli ostaggi deceduti e la ricostruzione di Gaza, cosa che però potrebbe richiedere anni viste le distruzioni subite. Ma restano molte incognite sulla sorte dell'accordo.