A poco più di un mese dalla sua elezione, il presidente Emmanuel Macron incassa la fiducia dei francesi al primo turno delle elezioni legislative: con il 32,6% dei voti, secondo le prime proiezioni, il movimento "La République en Marche!" primeggia ottenendo fra i 415 e i 445 seggi. Crolla rispetto ai risultati delle presidenziali, ma tiene a confronto con le legislative 2012, il Front National, a cui andrebbero tra gli 1-4 seggi.
Al secondo posto figurano i Républicains che a livello nazionale ottengono il 20,9% (che al secondo turno potrebbero trasformarsi in 80-100 seggi). A seguire il Front National con il 13,1% (1-4 seggi), la France Insoumise (sinistra radicale) di Mélenchon con l'11% (10-20 seggi) e il partito socialista, protagonista di un autentico tracollo, con il 9% (30-40).
 La stima sull'affluenza conferma inoltre l'astensione record al 50,5%. Battuto il precedente primato del 42,8%, registrato in occasione del medesimo appuntamento elettorale del 2012. Marine Le Pen, nella circoscrizione del nord in cui ha fallito due volte l'elezione in passato, ha ottenuto al primo turno il 45% dei voti. Il risultato la porta quindi ad affrontare in posizione di forza il ballottaggio contro l'avversaria di En Marche!, Anne Roquet, a cui sono andati il 20% dei voti. Il Partito socialista ha realizzato il peggior risultato della sua storia e potrebbe ottenere soltanto fra 20 e 35 seggi all'Assemblea nazionale. Jean-Christophe Cambadelis, il segretario, ha ammesso la sconfitta "senza precedenti" e ha lamentato l'avvento di un Parlamento "quasi senza opposizione". E a sottolineare ulteriormente la crisi che il partito socialista sta affrontando è arrivata anche la bocciatura al primo turno di Benoit Hamon, il candidato socialista alle presidenziali. Hamon infatti non è riuscito a conquistare nemmeno il passaggio per il secondo turno nella circoscrizione delle Yvelines, vicino a Parigi.