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Un ex presidente della Repubblica con il braccialetto elettronico. Il processo di primo grado nei confronti di Nicolas Sarkozy per i finanziamenti illeciti della campagna elettorale del 2012, il cosiddetto affare Bygmalion, si conclude con una cocente umiliazione per il politico post-gollista. La giudice parigina Caroline Viguier ha infatti accolto tutte le tesi dell’accusa condannandolo a un anno di prigione che, se la sentenza verrà confermata in appello, dovrà scontare agli arresti domiciliari indossando il braccialetto elettronico. ll verdetto è arrivato dopo che Sarkozy, 66 anni, a marzo era stato dichiarato colpevole per corruzione e traffico di influenze nel cosiddetto “affare delle intercettazioni”. Condannato a tre anni di carcere di cui due sospesi, è rimasto libero in attesa di appello. Sarko era stato ritenuto colpevole di aver stretto un «patto corruttivo» con il suo avvocato, Thierry Herzog, e l’ex alto magistrato Gilbert Azibert, anch’essi condannati a 3 anni di carcere di cui solo uno effettivo. I fatti risalgono al 2014, quando l’ex inquilino dell’Eliseo avrebbe cercato di ottenere, grazie all’intermediazione di Herzog, informazioni riservate da Azibert, all’epoca magistrato della Corte di Cassazione, su un altra inchiesta a suo carico in cambio di una promozione al tribunale di Monaco. Azibert non ebbe però alcuna promozione come rivendica la difesa di Sarkozy ma per i giudici sarebbe bastata l’intenzione e la “corruzione passiva”.Nel nuovo caso legato al finanziamento elettorale, l’inchiesta risale al giugno del 2014 per stabilire se l’UMP avesse finanziato in maniera illecita la campagna presidenziale di Sarkozy del 2012 attraverso una serie di false fatture del valore di circa 20 milioni di euro emesse dalla società Bygmalion, la stessa che gestiva la comunicazione e la campagna presidenziale di Sarkozy. Per i magistrati Bygmalion aveva emesso fatture false all’UMP con il pretesto di organizzare per il partito una serie di eventi elettorali, in particolare 44 meeting pubblici. Alla fine della fiera Sarkozy avrebbe quindi utilizzato per la campagna elettorale oltre 42 milioni di euro, superando quasi del doppio il tetto di spesa previsto per le campagne presidenziali fissato a 22,5 milioni di euro. Oltre all’ex presidente per il caso Bygmalion sono state processate altre 13 persone, fra cui membri del suo partito conservatore Les Républicains (che all’epoca si chiamava Ump), contabili e dirigenti del gruppo incaricato di organizzare i comizi, la società Bygmalion. Tutti sono stati dichiarati colpevoli, con condanne che vanno da pena detentiva sospesa a due anni di arresti domiciliari con braccialetto elettronico. Tra le accuse falso, frode, complicità nel finanziamento illegale della campagna. Alcuni hanno ammesso di aver compiuto reati e dettagliato il sistema di false fatture orchestrato per coprire le spese eccessive.