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Actor Gerard Depardieu, center, who is facing trial for the alleged sexual assaults of two women on a film set in 2021, leaves for a break, Monday, March 24, 2025 in Paris. (AP Photo/Thibault Camus)
Al via a Parigi il processo a Gérard Depardieu. L'attore è accusato di violenza sessuale da parte di due donne: secondo le presunte vittime, le aggressioni sarebbero avvenute durante le riprese del film “Les Volets Verts” (Le persiane verdi) del regista Jean Becker nel 2021. La pubblica accusa sostiene che gli episodi includono commenti osceni e molestie. Depardieu, che nega tutte le accuse, si è presentato in aula dichiarando di essere pronto a rispondere alle domande della Corte. Settantasei anni e più di 200 tra film e serie televisive, l’attore è stato accusato di “comportamenti scorretti”, pubblicamente o tramite denunce formali, da circa 20 donne, ma questo è il primo caso che arriva a processo.
In una lettera aperta pubblicata su Le Figaro nell'ottobre 2023, Depardieu aveva ribadito di essere innocente dichiarando: “Mai, ma mai, ho abusato di una donna”. «Saremo in grado di dimostrare in modo imparziale, obiettivo e incontestabile che tutte le accuse sono false - ha dichiarato l’avvocato dell’attore, Jeremie Assous, ai giornalisti presenti fuori dall'aula di tribunale - La verità sarà ovvia ed è dalla nostra parte».
Il processo all'attore francese, che ha scatenato una tempesta mediatica e manifestazioni femministe fuori dal tribunale per mostrare sostegno alle vittime, è iniziato alle 13 e 45, con 15 minuti di ritardo, e si prevede che continuerà almeno fino a domani. Il processo, inizialmente previsto per ottobre 2024, è stato rinviato a causa delle condizioni di salute di Depardieu. A distanza di mesi, una perizia di un medico indipendente, ordinata dal tribunale, ha ritenuto che è ora idoneo a comparire, ma a determinate condizioni. Secondo il suo legale, la presenza in tribunale di Depardieu sarà limitate a sei ore al giorno e farà delle pause ogni volta che “ne avrà bisogno”.
A mettere Depardieu sotto accusa sono una scenografa e una assistente di produzione del film, che hanno denunciato di essere state vittime di aggressioni sessuali, molestie e insulti sessisti durante le riprese del film. I loro avvocati, in vista dell’udienza, hanno denunciato una strategia “violenta e diffamatoria” da parte della difesa nei confronti delle vittime. L'avvocato di una delle due querelanti, Carine Durrieu Diebolt, ha spiegato a radio France Info che altre quattro donne che affermano di essere state aggredite sessualmente da Depardieu parleranno al processo come testimoni.
Tra le accuse più gravi c’è quella di stupro del 2018 da parte dell'attrice Charlotte Arnauld, prima a denunciarlo, che oggi si è presentata all'udienza per mostrare pubblicamente il suo sostegno alle vittime di “Les volets verts”. Per questo caso, Depardieu è stato accusato nel 2020 e nell’agosto 2024 i pubblici ministeri hanno chiesto che andasse a processo, ma il giudice deve ancora prendere una decisione.
Depardieu fu accusato anche in Spagna dalla giornalista e scrittrice spagnola Ruth Baza di averla violentata nel 1995, quando si recò a Parigi per intervistare l'attore. Sempre a fine 2023, è stata archiviata per prescrizione un’altra denuncia: questa volta da parte dell’attrice Hélène Darras, che Depardieu avrebbe aggredito sessualmente durante le riprese di un film nel 2007.
Il caso mediatico
L’affaire Depardieu è anche finito al centro del dibattito pubblico e politico francese, con prese di posizione di segno opposto, critiche e polemiche, che hanno reso la vicenda un vero e proprio caso mediatico. A far esplodere lo “scandalo”, in particolare, è stato un documentario intitolato «Depardieu, la caduta dell’orco», trasmesso nel dicembre 2023 sul canale France 2, nella trasmissione d’inchiesta “Complément d’enquête”, che ha diffuso alcuni video registrati durante un viaggio dell’attore in Corea del Nord, nel 2018. Alla bufera mediatica erano seguite le parole del presidente francese Emmanuel Macron, che ha richiamato al rispetto della presunzione d’innocenza.
E nello stesso mondo del cinema, alcune colleghe, tra cui la sua ex compagna, l’iconica attrice Carole Bouquet, hanno firmato un appello a sostegno di Depardieu per mettere fine al «tribunale mediatico». Quello contro cui punta il dito lo stesso attore, che ha rotto il silenzio per la prima volta in una lettera aperta pubblicata lo scorso ottobre su Le Figaro. «Al linciaggio che mi è stato riservato - aveva scritto Depardieu - ho solo la mia parola da opporre».