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Soglie non trasparenti, proiezioni sconcertanti, gravi carenze di tutela per il contribuente. Sono questi i punti critici evidenziati dagli avvocati tributaristi negli Indici Sintetici di Affidabilità per il 2018, della cui efficacia, ora, chiedono il differimento.
In una nota dell’Unione nazionale delle Camere degli avvocati tributaristi, viene evidenziato come gli stessi «dovrebbero favorire la compliance del contribuente ma si risolvono in un accertamento iniquo e dannoso». Motivo per cui i legali chiedono un intervento per il differimento al nuovo Governo, anche alla luce di quanto dichiarato alla Camera dal presidente del Consiglio Giuseppe Conte, che ha parlato della necessità di un «fisco chiaro, trasparente e amico di cittadini e imprese».
«All’amministrazione finanziaria, cui va riconosciuta grande professionalità, non manca il possesso dei dati per lottare in quest’anno contro i veri evasori a prescindere dagli indici di affidabilità ed è necessario e giusto che lo faccia. Eviti, però, che quegli indici si rivelino una scheggia senza possibilità di difesa per quei contribuenti che hanno studiato e, ciononostante, si vedono interrogati su una piccolissima nota in calce ad un paragrafo lasciata in disparte», dichiara il presidente Antonio Damascelli.
Pur se introdotti come strumenti di compliance, gli Isa rischiano di risolversi in una terapia peggiore del male da curare. E le attuali criticità paiono confermate dal susseguirsi di almeno quattro provvedimenti di modifica degli indici sintetici e dalla temporanea paralisi della loro introduzione da parte del legislatore secondario. Né paiono risolutive le circolari dell’Agenzia delle Entrate, da ultimo quella di lunedì.
La loro disciplina ( le soglie di applicabilità, i benefici, il regime premiale) rivela una prospettiva di risultato eccentrica che pericolosamente proietta nel rapporto con il contribuente costruzioni normative che contraddicono la compliance. Tra le criticità evidenziate, i tempi del provvedimento direttoriale e il successivo ritocco per la presentazione delle dichiarazioni, che determinano l’impossibilità di rendere concreta la compliance per il 2018 e la personalizzazione della stima ancorata ad un atto di fede del contribuente.