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La linea rossa di comunicazione diretta tra Cremlino e Casa Bianca, istituita dopo la crisi dei missili di Cuba nel 1962, non è più in uso. Lo ha confermato Dmitry Peskov, portavoce del presidente russo Vladimir Putin, durante un’intervista rilasciata all’agenzia Tass. Alla domanda sull’utilizzo attuale di questo canale, Peskov ha risposto: «Abbiamo una linea speciale e sicura per la comunicazione tra i due presidenti, Russia e Stati Uniti, che include anche la possibilità di comunicazioni video». Tuttavia, ha precisato che da parte di Mosca e Washington non si sono registrati contatti recenti tramite questo sistema.
Nuove minacce e dottrina nucleare aggiornata
Le crescenti tensioni geopolitiche spingono il Cremlino a modificare la propria dottrina nucleare. Vladimir Putin ha ampliato l’elenco degli Stati e delle alleanze militari soggette a deterrenza, specificando nuove circostanze per l’uso di armi atomiche. Tra queste, l’aggressione militare da parte di Stati non nucleari con il supporto di potenze nucleari e attacchi alla Bielorussia.
L’inserimento di attacchi su larga scala, come l’utilizzo di missili e droni, risponde alla recente escalation del conflitto in Ucraina. L’esercito ucraino ha usato per la prima volta i missili balistici Atacms forniti dagli Stati Uniti, colpendo un deposito di munizioni nella regione russa di Bryansk. Il ministero della Difesa russo ha dichiarato di aver abbattuto cinque razzi, mentre il sesto ha provocato danni limitati senza vittime. Nonostante ciò, questi raid inaugurano una nuova fase di pressioni sul sistema di difesa aereo russo.
Il presidente ucraino Volodymyr Zelensky ha sottolineato le potenzialità belliche del suo Paese: «L’Ucraina dispone di droni di produzione propria, missili Long Neptune e ora anche degli Atacms. Utilizzeremo tutto questo per difenderci».
Escalation degli attacchi russi in Ucraina
Parallelamente, la Russia intensifica i bombardamenti sulle città ucraine. Nella regione di Sumy, un attacco ha colpito un dormitorio scolastico, provocando almeno 12 vittime, tra cui un bambino. Zelensky ha condannato l’azione: «Ogni nuovo attacco russo dimostra le vere intenzioni di Putin. Vuole prolungare la guerra e non è interessato al dialogo per la pace».
Il leader ucraino ha ribadito questa posizione intervenendo alla plenaria straordinaria del Parlamento europeo, convocata in occasione dei 1000 giorni dall’inizio dell’invasione russa.
Proposte di pace e reazioni internazionali
Il Cremlino ha accennato alla possibilità di negoziati di pace, ma solo a determinate condizioni. «Se Donald Trump, presidente eletto negli Stati Uniti, mostrerà disponibilità a considerare le preoccupazioni della Russia e comprenderà le sue motivazioni, potrebbero emergere basi per costruire la pace», ha dichiarato Dmitry Peskov.
L’Europa, intanto, conferma il proprio impegno al fianco di Kiev. A Varsavia, i ministri degli Esteri di Francia, Germania, Italia, Polonia, Spagna e Regno Unito hanno ribadito il sostegno a una pace equa e duratura, sottolineando che ogni accordo deve avvenire con il pieno coinvolgimento dell’Ucraina e dei partner internazionali.
Eurobond e difesa comune europea
A margine della riunione, i rappresentanti hanno discusso la proposta di eurobond destinati a rafforzare la difesa europea. Guido Crosetto, ministro della Difesa italiano, ha commentato favorevolmente l’idea: «Garantire un indebitamento comune per gli investimenti nella difesa ridurrebbe i costi per le singole nazioni e trasformerebbe la sicurezza in un bene condiviso».
Alta tensione
Tra la fine simbolica della linea rossa e l’aumento delle tensioni militari, il dialogo tra Mosca e Washington appare sempre più compromesso. La comunità internazionale si trova davanti alla sfida di sostenere l’Ucraina e allo stesso tempo lavorare per una soluzione negoziata, evitando un’escalation ancora più pericolosa.