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Sembrava fosse a un passo dall'abbandonare la corsa verso l'Eliseo talemente gli schizzi di fango del "Penelope gate" (l'inchiesta in cui sono finiti moglie e figli, beneficiari di lavori fittizi) lo stanno travolgendo. Glielo chiedono non solo gli avversari politici ma anche dall'interno suo partito dove cresce la preoccupazionedal crollo nei sondaggi degli ultimi giorni. E invece François Fillon non lascia, nessun passo indietro, ma un messaggio di scuse a tutte i francesi per "gli errori" commessi. Intervenendo in una affollatissima conferenza stampa ad hoc, il candidato neogollista per la presidenza della repubblica si difende pubblicamente: "Contro di me si è scatenato un attacco mediatico di una violenza inaudita, mai visto nella vita della Repubblica", ha esordito Fillon. "Tutti i fatti che sono accaduti sono legali e trasparenti - ha aggiunto - non ho mai nascosto nulla. Sono stato ascoltato per 4 ore dalla polizia, mia moglie è stata scoltata per cinque ore. Abbiamo risposto a tutto". L'intervento di Fillon è tutto all'attacco, ma l'ex primo ministro, fino a poche settimane fa considerato il cavallo vincente della destra per la corsa alla riconquista dell'Eliseo, ammette di avere commesso un errore nell'aver chiesto la collaborazione della moglie e dei figli, "un atto di fiducia che oggi suscita diffidenza" e chiede scusa ai suoi concittadini. "Avere coraggio in politica significa riconoscere immediatamente i propri errori - dice - per questo chiedo scusa ai francesi". Tuttavia, aggiunge, il salario percepito "da mia moglie era perfettamente giustificato".
La moglie Penelope ha "ricoperto un incarico per 15 anni con una retribuzione media di 3.667 euro netti al mese. Uno stipendio del tutto giustificato per una persona laureata in legge in lettere", dice ancora Fillon. Quanto all'intervista televisiva in cui la signora affermava di non essere "mai stata l'assistente parlamentare" del marito, Fillon ha detto che "lei è stata sempre prima di tutto la compagna di lavoro e la mia collaboratrice. Penelope non ha mai rivendicato un ruolo alla luce del sole, ha esercitato il suo compito con discrezione". "Devo essere onesto - ha continuato Fillon - queste accuse mi sono piombate addosso come un fulmine. Io ho sempre operato per il mio paese e ho subito un linciaggio mediatico". "Sono stato scelto da milioni di francesi, non sono solo il candidato di un partito", aggiunge Fillon, e "nessuno è legittimato a contestare il voto delle primarie", continua alludendo alla stampa e alla magistratura. "Non saranno i sondaggi che mi faranno cambiare idea, io sono un candidato che vuole vincere", continua escludendo che ci possa essere un 'piano B' rispetto alla sua candidatura. "Il vero pericolo - ha aggiunto Fillon entrando nel merito della campagna elettorale e riferendosi sia a Marine Le Pen che a Emmanuel Macron - è quello di consegnare il nostro avvenire alla derive dell'estrema destra o all'avventura di una politica senza programmi".