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Si chiama ' Stress Test' a ragione veduta. Significa che il funzionamento di un sistema, non importa se meccanico, elettronico, amministrativo o politico, lo s può valutare solo in situazioni eccezionali, quando è appunto sottoposto a uno stress. Il Coronavirus è lo Stress test del sistema Italia e il risultato è desolante. Il virus, imprevisto e inaspettato, ha fatto emergere in pochi giorni virtù e guasti di questo Paese. Le prime ci sono ma i secondi le sopravanzano.
La guerra tra maggioranza e opposizione non si è abbassata neppure di mezzo decibel. Identica cosa si può dire in realtà per i contrasti striscianti all'interno della maggioranza, ma questi ultimi hanno in definitiva arrecato meno danno. Tra gli elementi che hanno determinato il caos iniziale e spesso ancora provocano confusione e contraddizioni, il rapporto tra maggioranza e opposizione va messo al primo posto. Il condizionamento esercitato sul governo dalle critiche o dalle possibili critiche dell'opposizione è stato ed è permanente. Soprattutto nella prima e cruciale fase ha indirizzato quanto e più del virus, con conseguenze che avrebbero dovuto essere facilmente immaginabili. E' la conseguenza di quel clima di reciproca delegittimazione permanente tra maggioranza e opposizione che data sin dalla fine della prima Repubblica e che in realtà è esiziale sempre, anche se i suoi effetti disastrosi si notano solo in fase appunto in una fase di Stress Test come questa.
Lo stesso goffo tentativo di Conte di coinvolgere l'opposizione nel vertice di martedì sera dimostra quanto arretrato sia questo Paese su quella strada. In una fase d' assoluta emergenza come è questa, infatti, sarebbe stato normale provare a coinvolgere l'opposizione, sia pure in via consultiva, da subito, anche accettando di confrontarsi con le proposte avanzate. Una mossa in extremis, del tutto destrutturata com'era il vertice di martedì notte non poteva portare ad alcun risultato.
Il coinvolgimento di forze politiche che oltre tutto nell'elettorato sono probabilmente maggioranza sarebbe invece fondamentale. Tanto più che l'opposizione guida non solo le Regioni chiave del Paese ma, nello specifico, quelle colpite dal virus. Così al nodo irrisolto di un sistema basato, all'opposto esatto di quel che dovrebbe essere sulla delegittimazione invece che sulla legittimazione reciproca, si somma quello del federalismo introdotto dalla riforma del Titolo V, voluta dal centrosinistra nel 2001. Anche in questo caso i danni provocati dalle ambiguità della ' legislazione concorrente' erano noti ben prima dell'arrivo della Cina del virus. Ma si sono dispiegate in pieno negli ultimi dieci giorni.
Ulteriore elemento cronico, emerso però in piena luce nell'attuale fase acuta, è la debolezza di un governo troppo fragile, troppo diviso al proprio interno, troppo spaventato per imboccare con determinazione una via. La prova finale, per ora, è stato il lunghissimo vertice dei ministri di ieri, dal quale si susseguivano annunci di decisioni subito e puntualmente ridimensionato da un immancabile ' Forse'. La soluzione indicata ieri da Renzi, ' serve uno che decide', può essere opinabile come ricetta. Ma la diagnosi è precisa.
Il temuto collasso della sanità, a sua volta, rivela quanta polvere sia stata messa sotto il tappeto anche su quel fronte. Il sistema sanitario nazionale ancora funziona, sia pur con sensibili differenze tra regione e regione, ma dopo 8 anni di tagli e mancate assunzioni non è assolutamente in grado di affrontare una situazione eccezionale. La paura principale del governo, e dire paura significa andarci molto piano, è dover affrontare un'emergenza che le strutture sanitarie non sono in grado di reggere. La strategia del contenimento serve essenzialmente a questo: a impedire una diffusione non scadenzata nel tempo del virus tale da portare al collasso il sistema sanitario. Incubo che è in realtà dietro l'angolo.
Da anni, infine, l'Italia naviga a vista sul confine della stagnazione, sempre evitando per un pelo di passare quel confine, sempre bordeggiando con manovre di piccolo cabotaggio, richieste di flessibilità, espedienti che consentono ogni volta di superare più o men indenni le rapide della legge di bilancio. Questa modo di tirare avanti mostrava già la corda prima dell'arrivo del virus e non è neppur in minima misura in grado di sostenere una crisi come quella che verrà indotta dal virus. Il Nessuna di queste malattie è conseguenza del ' cigno nero' incarnatosi in forma di virus. C'erano già tutte. Il virus però costringe a farci conti troppo a lungo rinviati.