Con i missili su Kiev, Putin ha alzato il tiro e l'America di Biden dovrà decidere se "attaccare" o trattare. Di certo gli analisti di Washington in queste ore stanno valutando se reagire all'attacco russo oppure aprire una via diplomatica. Insomma, la guerra in Ucraina registra l'ennesima e improvvisa escalation. Forse siamo al punto più drammatico dal giorno in cui, il 28 febbraio scorso, i tank russi hanno varcato il confine e invaso l’Ucraina.
La nota della Casa Bianca
L’unica voce che rompe il silenzio della Casa Bianca dopo l’esplosione dei missili su Kiev, è una generica nota che parla di “preoccupazione”. La casa Bianca sta infatti seguendo con attenzione gli ultimi sviluppi in Ucraina, ed è preoccupata per i bombardamenti russi contro la capitale Kiev e altre città del Paese, ha detto alla stampa Usa un portavoce dell’amministrazione Biden, aggiungendo che «questa nuova escalation dimostra ancora una volta quanto il presidente russo, Vladimir Putin, possa essere brutale».
Trump: vicini a terza guerra mondiale
L’ex presidente americano Trump parla invece di rischio terza guerra mondiale. Trump ha attaccato l’amministrazione Biden per non essere riuscita a evitare l’invasione russa dell’Ucraina e la tensione che ne è derivata. «Noi - ha detto - dobbiamo chiedere subito negoziati di pace per mettere fine alla guerra in Ucraina o ci ritroveremo con la Terza guerra mondiale, e non ce ne sarà più una come questa». «Non avremmo avuto una guerra del genere - ha aggiunto - se non avessimo avuto gente stupida che non aveva idea di cosa stesse succedendo».
La via d’uscita.
Certo è che questo attacco pone per la prima volta, non solo il tema della via d’uscita per Putin, ma anche per l’America di Biden. Sono ormai mesi che gli Usa hanno ingaggiato con la Russia una guerra indiretta benché sia ancora poco chiaro il punto di arrivo. Ogni volta che si avvicina alla sconfitta, Putin alza il tiro e aumenta la tensione. Gli Stati uniti non hanno ancora spiegato al mondo come intendano sconfiggere Putin evitando però la sindrome del “topo in trappola”, tante volte spiegata dallo stesso Putin.
Il topo di Putin
L’aneddoto del topo spiega molto della psicologia di Putin. Un giorno il giovane Vladimir ne inseguì uno particolarmente grosso sulle scale con un bastone in mano, fino a costringerlo in un angolo. All’improvviso il ratto gli si lanciò contro sfiorando la sua testa e con un balzo riuscì a fuggire. L’incidente, avrebbe detto Putin nell’unica autobiografia scritta con alcuni giornalisti nel 2000, gli diede una lezione di vita, mai dimenticata: «Ognuno dovrebbe tenerlo a mente:
mai mettere qualcuno in un angolo»…